Dalle bolle di sapone agli animaletti di gomma ripieni di gel, dalle palline anti-stress alle pitture a dita: su 256 giocattoli contenenti liquidi o gel commercializzati in Italia ed esaminati nel quinquennio 2016-2020 dall’Istituto Superiore di Sanità, circa il 19% è risultato non conforme ai criteri per la sicurezza igienico-sanitaria in basse alle vigenti linee guida europee. In 48 di questi giocattoli, infatti, gli esperti hanno rintracciato batteri mesofili aerobi (16,4%), muffe e lieviti (3,9%), Pseudomonas aeruginosa (3,5%).
Diverse le cause: “negligenza nei processi di produzione, uso improprio di materie prime, imballaggi erroneamente sigillati, condizioni di conservazione inadeguate, perdita di efficacia dei conservanti, nonché atti di contraffazione”, spiega un approfondimento a cura del Dipartimento di Ambiente e Salute dell’Iss, pubblicato sul portale dell’istituto. Il pericolo concreto è che “il liquido contenuto nei giocattoli sia microbiologicamente contaminato e che, qualora ingerito, inalato o entrato in contatto con la pelle o con le mucose, possa essere causa dell’insorgenza di infezioni e malattie”. La buona notizia è che la percentuale di non conformità dei giocattoli, nel quinquennio considerato, è nettamente inferiore a quella ottenuta da analisi eseguite nel decennio precedente (66%). Tra le ipotesi, “una maggiore cura nelle diverse fasi di produzione di questi giocattoli, con l’uso di disinfettanti e conservanti che possono contribuire a mantenere basse le cariche microbiche”. Ma a pesare “anche valori limite dei parametri microbiologici meno stringenti della attuale Linea guida europea rispetto a quella precedente”.
Il rischio, precisa l’Iss, “potrebbe non essere correlato a problemi diretti o immediati per la salute, almeno in una popolazione adulta e sana”. Ma “ben diverso è lo scenario per i bambini che possono fare del giocattolo un uso improprio”. Pertanto, “oltre ad attenti controlli è opportuno diffondere informazioni per un utilizzo corretto e consapevole di questi prodotti”. (ANSA).
Fonte Ansa.it