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Iss, l’influenza non è semplice febbre, no agli antibiotici

Polmoniti batteriche, sinusiti, otiti e disidratazione ma anche peggioramento di malattie in particolare quelle cardiovascolari e respiratorie: sono queste alcune delle complicanze che l’influenza stagionale porta con sé. Ben lontana dall’essere una semplice febbre, l’influenza colpisce ogni anno circa 7-8 milioni di persone con un impatto pesante sugli ospedali. Al momento in tutte le regioni italiane il livello di incidenza è sotto la soglia basale, tranne in Piemonte e nella provincia autonoma di Trento, dov’è invece superiore a 3,16 casi per mille assistiti, il livello che separa la soglia basale da quella a ‘intensità bassa’. Lo afferma il bollettino periodico della rete Influnet diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità. “In Italia nella 47a settimana del 2020, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è ai livelli di base, pari a 2,58 casi per mille assistiti – si legge -. Causa emergenza Covid-19, alcune Regioni sono in una fase organizzativa e non tutti i medici partecipanti alla sorveglianza InfluNet hanno reso disponibili i dati da loro raccolti”. Secondo il report virologico, che monitora i ceppi influenzali che circolano, nella settimana fino al 22 novembre “Globalmente la circolazione dei virus influenzali nell’emisfero nord si mantiene a livelli molto bassi, rispetto alla media stagionale. Nelle zone temperate dell’emisfero Nord, la circolazione dei virus influenzali rimane al di sotto dei livelli inter-stagionali, con poche sporadiche identificazioni di virus di tipo A e B in alcuni Paesi. Un certo numero di identificazioni virali viene riportato solo in alcuni Paesi dell’Africa occidentale, mentre nelle zone temperate dell’emisfero sud la circolazione virale è tornata a livelli inter-stagionali”. 

Impatto, avverte l’Iss, quest’anno sarà comunque difficile da gestire, soprattutto nel periodo di picco dei contagi previsto per fine gennaio, a causa della concomitante pandemia di Covid-19.

Molto diffusa ma non per questo innocua, attorno all’influenza girano informazioni non sempre vere o accurate. A fare il punto su “Miti e realtà” è l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) in un approfondimento con domande e risposte, pubblicato sul portale e rilanciato su Twitter. E’ falso, ad esempio, che l’influenza stagionale si curi con gli antibiotici: questi, infatti, “funzionano soltanto contro le infezioni di origine batterica, sono totalmente inefficaci nei confronti di una malattia di tipo virale come l’influenza”. E’ falso che il vaccino possa provocare l’influenza, poiché “contiene il virus inattivo che non può causare la malattia”, tuttavia, “non copre l’organismo da tutti i virus parainfluenzali”. Diversamente da quanto molti ritengono, inoltre, il vaccino “è sicuro in tutte i mesi della gravidanza, anzi fortemente consigliato proprio alle donne incinte”. E’ vero, proseguono gli esperti, che un bicchiere di spremuta d’arancia può aiutare, perché “l’assunzione di vitamina C è un buon supporto per le difese immunitarie, ma senza esagerare perché può provocare acidità gastrointestinale”. Così come è vero, infine, che semplici regole utili anche contro il coronavirus, possono contribuire a ridurre il contagio da influenza, come lavarsi le mani a lungo e con il sapone, usare fazzoletti usa e getta e coprire la bocca quando si starnutisce o tossisce.

Proprio vista le sue implicazioni di sanità pubblica l’epidemia influenzale è monitorata attraverso una sorveglianza curata dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) iniziata quest’anno il 12 ottobre e che terminerà ad aprile, di cui ancora non sono stati pubblicati dati. I contagi, probabilmente ancora bassi, sono destinati inesorabilmente a salire con l’arrivo del freddo e andranno di pari passo con quelli da Sars-Cov-2, rischiando di mandare in tilt gli ospedali. “La maggior parte dei reparti nelle aree mediche – spiega Antonello Pietrangelo, presidente della Società Italiana di Medicina Interna (Simi) – hanno già saturato la dotazione dei loro posti letto, a stanno ora occupando i reparti chirurgici e le specialistiche”. Il rischio, prosegue Pietrangelo, “è di non riuscire a ricoverare e garantire gli standard di cura per i malati non Covid. Il quadro diventerà ancora più drammatico considerando che il picco influenzale e dei ricoveri per polmoniti è atteso per gennaio 2021”. (ANSA).

   

Fonte Ansa.it

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