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La pandemia ha rallentato la prevenzione cardiovascolare. Esperti SIC: vaccini, screening e sano stile di vita sono “salvacuore”

Giornata mondiale del cuore

Nella “fase calante” della pandemia bisogna continuare a vaccinarsi, tornare a fare i controlli e a mantenere un corretto stile di vita per evitare danni al cuore “La prevenzione delle malattie cardiovascolari, che rappresentano la causa di morte numero uno in Italia, è stata rallentata dalla pandemia.  Ancora oggi – sottolinea Ciro Indolfi, Presidente SIC – vengono sottovalutati i rischi legati al fumo, al colesterolo, all’ipertensione, all’obesità, all’abuso di alcol, all’ inattività fisica e al diabete. I cittadini devono controllare questi fattori di rischio e in caso di sintomi come dolore al torace o difficoltà nella respirazione dopo uno sforzo fisico devono consultare il proprio cardiologo per tenere in forma il cuore, perché la prevenzione è l’arma migliore per ridurre la mortalità da arresto cardiaco e le malattie cardiovascolari”.

Migliorare la salute del cuore può ridurre la gravità della malattia COVID-19. Uno studio dell’Università di Liverpool, pubblicato sull’ European Heart Journal–Quality of Care and Clinical Outcomes, ha dimostrato che i soggetti con ipertensione arteriosa, fumatori, obesi, con malattie cardiovascolari o diabete hanno un rischio maggiore se colpiti dal COVID-19. Questi dei fattori associati a conseguenze più gravi del Covid 19 sono potenzialmente modificabili e pertanto migliorare la salute del cuore riduce la gravità del COVID-19.

Poi, non bisogna dimenticare che i danni cardiaci, a seguito dell’infezione da Sars Cov-2 possono compromettere la funzionalità cardiovascolare con un aumento del rischio di infarti e ictus, soprattutto dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Ecco perché, in occasione della Giornata mondiale del cuore, gli esperti della Società Italiana di Cardiologia, invitano ad un ritorno agli screening e a un corretto stile di vita e a un nuovo fattore di prevenzione: la vaccinazione. «Oltre alla dieta equilibrata, all’astensione dal fumo e dall’abuso di alcol e all’esercizio fisico, vaccinarsi e fare la terza dose di richiamo serve non soltanto per evitare il contagio o forme più gravi di infezione ma anche per ridurre i danni cardiaci ed evitare un peggioramento della condizione cardiovascolare, affinchè la fase calante del Covid non sia associata ad un aumento di infarti e ictus” Obesità diabete, ipertensione e malattie cardiache sono stati associati a probabilità più che raddoppiata di morire di COVID-19. conclude Indolfi.  

Un recente studio israeliano pubblicato sul Journal of Heart and Lung Transplantation ha confermato gli effetti positivi di un nuovo richiamo vaccinale nei pazienti più a rischio. Nel lavoro sono stati considerati coloro i quali hanno appena avuto un trapianto di cuore. A 18 giorni dalla terza dose la risposta anticorpale positiva è aumentata dal 23% al 67%, con un aumento della capacità di neutralizzare il virus. Proprio l’ulteriore immunizzazione ha aumentato di 9 volte i titoli di neutralizzazione di Sars Cov-2 e di 3 volte gli anticorpi IgG anti-Rbd che servono a colpire una regione della proteina Spike del virus.

In conclusione, l’esercizio fisico, l’astensione dal fumo, l’uso moderato di alcol, il controllo dell’ipertensione, del diabete e del colesterolo non solo riducono infarto e ICTUS, ma riducono la probabilità di conseguenze gravi nei soggetti colpiti dal Covid.

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