“Preoccupati” per la variante Omicron “mi sembra un termine largamente eccessivo”. A dirlo è Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Css a Buongiorno su SkyTG24. “Sappiamo – aggiunge – che questa è una variante che ha avuto una diffusione importante in Sudafrica, il tempo che ci ha messo per diventare predominante è largamente ridotto rispetto alle altre varianti, c’è stato un incremento del 260% quasi dei casi in quel Paese: il tutto supporta una maggior contagiosità. Ma non abbiamo nessuna evidenza che possa provocare malattia più grave o sfuggire all’effetto protettivo dei vaccini in maniera importante”.
Né sottovalutare né drammatizzare: questo l’approccio del coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di Sanità, Locatelli. “Quello che sappiamo – specifica – è che la variante Omicron è diventata velocemente preponderante in Sudafrica, dove è stata isolata dopo essere stata inizialmente segnalata in Botswana. Sappiamo di un incremento del 260% nel numero delle persone contagiate. Entrambe questi riscontri ci fanno ipotizzare che sia una variante connotata da maggior contagiosità. Questo largamente giustifica da un lato la misura presa per prima dall’Italia poi da altri Paesi dell’Ue, cioè di chiudere i voli dagli otto Paesi in cui vi è evidenza di concentrazione di questi casi. Ma diciamolo chiaramente: non vi è nessun dato nascosto o che non si vuol rivelare che in qualche modo sottenda a queste decisioni. Massima trasparenza come sempre”. E sulla misura adottata da alcuni Paesi, come il Giappone, di chiusura delle frontiere pur senza neppure un caso di Omicron, Locatelli afferma: “Io sarei francamente molto cauto in una scelta di questo tipo. Quanto è già stato deciso con assoluta tempestività dal ministro Speranza mi sembra una misura più appropriata, il resto mi sembra in questo momento non suffragato dalle evidenze”. Locatelli aggiunge anche che la variante Omicron “va tenuta sotto controllo. Dobbiamo ancora capire anche se è connotata da maggior patogenicità, cioè capacità di provocare malattia grave. Sembrerebbe di no dai dati che vengono dal Sudafrica, però ricordiamo anche che la popolazione sudafricana è decisamente più giovane rispetto a quella italiana. Quindi a questo punto va in qualche modo valutata accuratamente e con studi da condurre rigorosamente così come dovranno esserlo quelli immunologici”. “Ci sono parecchie mutazioni, più di 30 sulla proteina Spike, ma questo non vuol necessariamente dire che il tutto determinerà un calo nell’efficacia vaccinale assai importante. Qualcosa nell’efficacia potrebbe ridursi, ma è una ragione in più per procedere con la somministrazione delle dosi booster e per chi non è vaccinato per immunizzarsi”. E conclude evidenziando la crescita in Italia delle prime dosi.
I vaccinati “sono protetti largamente” rispetto alla variante Omicron. “Ad oggi nessuna delle varianti isolate, la Alfa o la Delta, si è dimostrata resistente all’effetto dei vaccini”. Così Franco Locatelli. “Ci sono più di 30 mutazioni della proteina Spike – aggiunge – è possibile che si riduca, di poco, l’efficacia rispetto a questa nuova variante, ma servono studi immunologici da condurre in maniera rigorosa. Le prossime due settimane chiariranno la situazione, anche studi epidemiologici” e invita a fidarsi “di un approccio metodologico rigoroso” e a vaccinarsi.
È “prematuro stabilire quanto sia preoccupante la variante Omicron”: così il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, a ‘Il treno delle otto’ su Radio Kiss Kiss Italia. Bisognerà attendere qualche giorno, dice, per capire “se possa o meno eludere i vaccini e laddove li eludesse, se completamente o parzialmente”, fattore questo “in assoluto più importante perché se riusciamo a proteggerci da questa variante grazie ai vaccini disponibili, allora il fatto che possa essere più diffusibile verrà contenuto alzando il target della percentuale di popolazione da vaccinare”. “Proseguiamo con la vaccinazione per uscire dalla 4/a ondata”.
Franco Locatelli, poi, interviene sulla somministrazione dei vaccini ai bimbi. Attesa del via libera di Aifa in questa settimana al vaccino in età pediatrica per iniziare con le somministrazioni “il 23 di dicembre, poi magari sarà qualche giorno prima o qualche giorno dopo. Semplicemente perché per quella data saranno disponibili le formulazioni pediatriche, in quanto la dose per la fascia di età 5-11 anni è di un terzo, 10 microgrammi, rispetto alla dose per l’adulto. Si è proprio voluto evitare il prelievo dalle fiale degli adulti, perché avrebbe creato situazioni in qualche modo aleatorie, per questo si è preferito aspettare la disponibilità di formulazioni pediatriche”. “Si sta ragionando – aggiunge – per creare aree pediatriche negli hub vaccinali. Ho anche sentito frasi secondo cui occorre aspettare quello che emerge dalla vaccinazione in altri Paesi, ma se facciamo tutti così nessuno avrà mai dei dati. Cerchiamo di fidarci delle evidenze degli studi scientifici”. Sull’obbligo vaccinale nei bambini Locatelli dice di non accarezzare assolutamente l’idea. “Assolutamente no, è un’opzione che va offerta, va fatta opera di convincimento, spiegando perché c’è un vantaggio nel vaccinare i bambini, per tutela della loro salute e dei loro spazi educativi e sociali. Ma non considererei l’obbligo”. Così come il Green Pass: “Neanche – conclude Locatelli – se n’è già discusso, e il ministro Speranza è stato chiaro nel dire che in questo momento non si considerava questa ipotesi”.
Fonte Ansa.it