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Malattia di Crohn: 2 recenti studi dimostrano l’efficacia della dieta ad esclusione + Modulen anche nel paziente adulto

Shot of a doctor showing a patient some information on a digital tablet

Nuove conferme arrivano per gli adulti che convivono con la malattia di Crohn e che
devono adattare di conseguenza la propria alimentazione, spesso con grosse rinunce.
Due recenti studi, infatti, uno osservazionale e uno randomizzato, hanno dimostrato l’efficacia della dieta ad
esclusione (CDED) integrata con Modulen – alimento a fini medici speciali di Nestlé Health Science per chi ha
la malattia di Crohn – anche nei pazienti adulti.
Nel 1° studio (Nutrients 2021), curato da Martyna Szczubełek (Clinical Department of Internal Medicine and
Gastroenterology with Inflammatory Bowel Disease Subunit, Central Clinical Hospital of Ministry of the
Interior and Administration, Warsaw, Poland), la remissione clinica è stata ottenuta nel 76,7% dei pazienti
dopo 6 settimane e nell’82,1% dopo 12 settimane di terapia.
Nel 2° studio (Lancet Gastroenterol Hepatol 2021), curato da Henit Yanai (Division of Gastroenterology,
Rabin Medical Center, Petah Tikva, Israel), circa il 60% di pazienti ha raggiunto la remissione clinica entro la
6° settimana senza farmaci aggiuntivi.
Prima di entrare nel dettaglio dei 2 studi, ricordiamo che la malattia di Crohn (MC) è una patologia
infiammatoria cronica dell’apparato digerente che può colpire, con distribuzione segmentaria, qualsiasi
sezione dalla bocca all’ano ma, più comunemente, interessa l’ileo terminale (porzione finale dell’intestino
tenue) o il colon (intestino crasso).
Tra i sintomi figurano dolori addominali, diarrea, vomito e perdita di peso.
Nel 25% dei casi fa il suo esordio in età pediatrico-adolescenziale e, purtroppo, non è ancora stata individuata
una cura risolutiva.
In chi ne soffre, l’approccio dietetico raccomandato dalle linee guida internazionali come trattamento di prima
linea è la Nutrizione Enterale Esclusiva, una dieta liquida che viene prolungata per un periodo di 6-8
settimane.
Negli ultimi anni studi clinici hanno dimostrato l’efficacia e la maggiore compliance della Dieta di Esclusione
della Malattia di Crohn (CDED – Crohn’s Disease Exclusione Diet) che si basa sull’esclusione degli alimenti che
rischiano, potenzialmente, di causare aumento della permeabilità intestinale e modificazioni del microbiota
in senso pro-infiammatorio. La CDED è suddivisa in 3 fasi diverse, le prime due della durata di 6 settimane
ciascuna e l’ultima, di mantenimento, che inizia a partire dalla tredicesima settimana. Nella prima fase
comporta solo il 50% dell’apporto calorico giornaliero sotto forma della dieta liquida polimerica Modulen
mentre per l’altro 50% sono consentiti alcuni alimenti. Nella II e III fase l’apporto della dieta liquida polimerica
scende al 25% dell’intake calorico giornaliero.
Questo tipo di trattamento dietetico ha dimostrato di avere efficacia pari alla nutrizione enterale esclusiva e
di essere meglio accettato. Per favorire nel concreto la gestione della CDED, Nestlé Health Science mette a
disposizione dei pazienti e del personale sanitario un ecosistema allargato di soluzioni digitali, tra cui l’App
Modulife rivolta ai pazienti e la piattaforma di aggiornamento per medici e dietisti Modulifeexpert.
Attraverso 2 recenti studi, evidenze cliniche dimostrano ora l’efficacia, nel paziente adulto, della dieta ad
esclusione (CDED) integrata con Modulen, alimento a fini medici speciali di Nestlé Health Science per chi ha
la malattia di Crohn:
• Studio osservazionale con l’obiettivo (raggiunto) di indurre la remissione con CDED e Modulen IBD®
in età adulta
Lo studio (pubblicato su Nutrients 2021) curato da Martyna Szczubełek (Clinical Department of Internal

Medicine and Gastroenterology with Inflammatory Bowel Disease Subunit, Central Clinical Hospital of
Ministry of the Interior and Administration, Warsaw, Poland), ha coinvolto, tra marzo 2020 e maggio 2021, 32
pazienti (18 donne e 14 uomini) da 20 a 62 anni che sono stati trattati con CDED. I pazienti sono stati osservati
al basale, alla settimana 6 e alla settimana 12 dello studio.
Durante le visite sono state eseguite misurazioni antropometriche e test di laboratorio, è stato calcolato
l’indice di attività del morbo di Crohn (CDAI) ed è stato completato il questionario sulla malattia infiammatoria
intestinale (IBDQ).
Le prime 6 settimane prevedevano una dieta ristretta, nella quale veniva fornito il 50% dell’apporto
energetico calcolato con cibo obbligatorio (150–200 gr di petto di pollo, due uova, due patate, due banane, e
una mela al giorno) e integrato con gli alimenti consentiti per la preparazione dei pasti quotidiani. Per
prevenire la malnutrizione, il restante 50% dell’apporto calorico è stato erogato con alimento a fini medici
speciali (Modulen, Nestlé).
Nel secondo periodo di 6 settimane l’apporto di formula è stato ridotto al 25% dell’apporto calorico
giornaliero. Il numero di alimenti consentiti è stato aumentato, i pasti sono diventati più vari e le restrizioni
dietetiche sono diminuite.
La remissione clinica è stata ottenuta nel 76,7% dei pazienti dopo 6 settimane e nell’82,1% dopo 12 settimane
di terapia. I livelli di calprotectina, inoltre, erano significativamente più bassi nel secondo follow-up rispetto
al basale (p = 0,021).
• Studio randomizzato con l’obiettivo (raggiunto) di indurre la remissione con CDED e Modulen IBD®
in età adulta
Condotto tra gennaio 2017 e maggio 2020, lo studio è stato curato da Henit Yanai (Division of
Gastroenterology, Rabin Medical Center, Petah Tikva, Israel) e pubblicato su Lancet Gastroenterol Hepatol
2021. Si tratta di uno studio pilota randomizzato condotto in aperto in 3 centri medici in Israele che ha
coinvolto 91 pazienti naive ai farmaci biologici da 18 a 55 anni con malattia di Crohn da lieve a moderata: su
44 di loro è stata valutata la CDED, dimostrandone l’efficace per l’induzione e il mantenimento della
remissione negli adulti.
Circa il 60% dei pazienti, infatti, ha raggiunto la remissione clinica entro la 6° settimana senza farmaci
aggiuntivi. Un altro risultato clinicamente rilevante è stato che l’80% dei pazienti in remissione alla 6
settimana ha mantenuto la remissione clinica alla settimana 24 in monoterapia dietetica.

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