(ANSA) – ROMA, 26 OTT – Dopo che le mamme e i papà insieme al
pediatra si sono presi cura di tutti gli aspetti di una
patologia reumatologica cronica da piccoli, quando i ragazzi
diventano grandi inizia un percorso di autonomia che può far
perdere la collaborazione da parte loro. Nelle terapie e nel
percorso in cui si li si segue dopo la diagnosi. Per gestire il
passaggio dal pediatra al reumatologo dell’adulto nasce il
progetto Transition, progetto della Società Italiana di
Reumatologia, in collaborazione con la Società Italiana di
Pediatria. Con degli ambulatori con pediatra, reumatologo,
psicologo e infermiere a disposizione dell’adolescente con
reumatismi cronici infiammatori (patologie come l’artrite
ideopatica che colpisce circa 12mila bambini e ragazzi) “il
piccolo è deresponsabilizzato rispetto alla propria malattia, se
ne prendono cura i genitori – evidenzia Florenzo Iannone,
coordinatore del progetto per Sir -. Quando le ragazze e i
ragazzi iniziano a prendere in carico se stessi, iniziamo a
perderli”. “Se la presa in carico da parte del reumatologo
dell’adulto non è efficace – rileva ancora Angelo Ravelli,
coordinatore del progetto per Sip – si crea il rischio che il
paziente non segua il follow-up clinico e non assuma le terapie
prescritte”. “Si stima – aggiunge il presidente Sip Alberto
Villani- che circa il 50% dei giovani adulti, con malattia
reumatologica, che non facciano una corretta transizione dalle
cure pediatriche a quelle dello specialista dell’adulto, siano
esposti al rischio di sviluppare danni d’organo o complicanze a
lungo termine potenzialmente serie”. “La transitional care per i
pazienti reumatologici – prosegue Luigi Sinigaglia, presidente
Sir – è efficiente in poche Regioni ed è assente nella
maggioranza delle città. Eppure riguarda 3000 adolescenti”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it