Cautela sui farmaci da utilizzare per il trattamento dei pazienti Covid al domicilio. E’ questa la raccomandazione delle organizzazioni dei medici di famiglia in assenza, ad oggi, di un protocollo definito, ed in attesa del nuovo documento sulle cure a casa, in arrivo a breve, annunciato dal presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli.
“Non esiste al momento un protocollo ufficiale per le terapie a domicilio – spiega Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) -. Per questo, la nostra raccomandazione ai medici di base è di effettuare una valutazione caso per caso, sulla base dei rischi legati al singolo paziente, che può essere un soggetto che presenta più patologie oltre ad essere positivo al SarsCov2”.
Non c’è ancora una linea guida ufficiale ed il documento, sottolinea, “conterrà appunto indicazioni precise e di indirizzo per i medici in relazione alle terapie farmacologiche utilizzabili. La “nostra raccomandazione – afferma – è di non usare farmaci in modo empirico in assenza di prove validate di efficacia”. Altra raccomandazione è anche quella quella di non utilizzare l’idrossiclorochina, di cui si è molto parlato, ma che “non ha dimostrato vantaggi terapeutici”. Ma “grande cautela – avverte Cricelli – è raccomandata anche per l’impiego di farmaci utilizzati in funzione anti-Covid, che sono il cortisone e l’eparina”.
Il documenti in arrivo, sottolinea il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli, “conterrà indicazioni per la gestione dei pazienti Covid a domicilio, facendo il punto sulle terapie da utilizzare. Ci attendiamo un protocollo che rappresenterà un punto di partenza per le cure a casa”. Una linea guida attesa dai medici, dunque, che diventerà, afferma Anelli, un “gold standard”.
Soprattutto, si traccerà lo stato dell’arte delle terapie anti-Covid a domicilio per i pazienti che non necessitano di un ricovero ospedaliero, partendo dall’assunto, rileva Anelli, che “attualmente utilizza principalmente farmaci come tachipirina e antinfiammatori per i pazienti paucisintomatici, cortisone in caso di febbre alta o situazioni come la dispnea, eparina sottocute in casi particolari e definiti”.
Fondamentale, concludono le organizzazioni dei medici di base, è poi anche l’utilizzo del saturimetro per misurare la quantità di ossigeno nel sangue e poter così escludere una delle manifestazioni cliniche più serie della Covid-19 che è la polmonite. Uno strumento facile da utilizzare da parte del paziente e che consente al medico un monitoraggio puntuale del suo stato e della eventuale evoluzione dell’infezione. (ANSA).
Fonte Ansa.it