Roma, 10 maggio – Il melanoma cutaneo rappresenta una forma di cancro della pelle che origina dalle cellule pigmentate, i melanociti, responsabili della produzione di melanina. Sebbene il melanoma costituisca solo una frazione dei casi totali di tumori cutanei, la sua incidenza è in costante aumento, sottolineando la rilevanza cruciale di comprenderne a fondo le dinamiche e le sfide associate. La principale causa del melanoma è rappresentata dall’esposizione eccessiva ai raggi UV, sia da fonti naturali, come il sole, sia da fonti artificiali, come le lampade abbronzanti.
Tuttavia, fattori genetici, antecedenti familiari di melanoma, pelle chiara e un sistema immunitario indebolito sono tutti elementi che possono aumentare il rischio di sviluppare questa forma di cancro della pelle. Il melanoma cutaneo è piuttosto raro nei bambini e colpisce soprattutto intorno ai 45-50 anni, anche se l’età media alla diagnosi si è abbassata negli ultimi decenni. L’incidenza è in continua crescita ed è raddoppiata negli ultimi 10 anni. È opportuno ricordare che il melanoma cutaneo rappresenta solo una piccola percentuale (circa il 5%) di tutti i tumori che colpiscono la pelle. In Italia, la stima dei melanomi si aggira attorno a 12.000 casi l’anno. Il melanoma cutaneo rappresenta una sfida sempre più rilevante in ambito oncologico, con un aumento costante della sua incidenza e una complessità molecolare che richiede approcci multidisciplinari per la sua gestione.
Questi i temi affrontati nella Conferenza di presentazione del “Melanoma day” (domani, 11 maggio), promossa dall’omonima associazione fondata da Gianluca Pistore. L’evento è stato organizzato, su iniziativa di Luciano Ciocchetti (Vice Presidente Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati), dalla DreamCom, con il patrocinio di importanti realtà tra cui Sidemast (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e di Malattie Sessualmente Trasmesse), ADOI (Associazione Dermatologi Venereologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica), IMI (Intergruppo Melanoma Italiano) e IDI (Istituto Dermopatico dell’Immacolata), e il contributo non condizionante di MSD Italia e Banca Popolare del Cassinate. L’incontro, svoltosi presso la Sala stampa della Camera dei deputati lo scorso 7 maggio, ha visto il confronto tra rappresentanti istituzionali, esperti del settore e associazioni dei pazienti, che hanno analizzato le sfide legate al settore dei melanomi e dell’oncologia.
Il prof. Aldo Morrone (Direttore Scientifico IISMAS – Istituto Internazionale Scienze Mediche, Antropologiche e Sociali e già Direttore Scientifico IRCCS IFO Istituto San Gallicano) ha moderato l’evento, ricordando che “in molti Paesi del mondo non ci sono medici, dermatologi e infermieri, quindi le diagnosi e le conseguenze riportate sono sottostimate. Il melanoma è un dramma per tutte le popolazioni del mondo, in particolare per quelle in cui le diagnosi sono tardive o non vengono eseguite”.
“Scommettere in prevenzione, sviluppare politiche per la prevenzione e accelerare il percorso nei centri di riferimento della dermatologia, anche al di fuori delle sedi ospedaliere, è fondamentale. Ho presentato in Parlamento una proposta di legge per far riconoscere il Melanoma Day, che spero sia approvata al più presto, in modo che ci sia un riconoscimento istituzionale a questo importante momento di prevenzione e formazione”, ha affermato il deputato Luciano Ciocchetti. A partecipare al confronto è stata anche Beatrice Lorenzin (Senatrice della Repubblica, già Ministro della Salute): “Dobbiamo darci come priorità un aggiornamento costante dei LEA: abbiamo già la legge, per cui dobbiamo trovare il modo di rendere la norma operativa in modo pratico. Sul cancro abbiamo bisogno di continuare con un obiettivo ad hoc, con un Piano Nazionale sul cancro, LEA, screening diffusi e accesso alle terapie, che dovrebbero essere sostenibili allo stesso modo per ogni cittadino”.
Secondo Fabrizio d’Alba (Direttore Generale Policlinico Umberto I), “oggi la miglior cura è prevenire l’avvio della malattia, almeno in una fase severa. Abbiamo la possibilità di una diagnosi precoce, che ci permette di pensare che, anche per il melanoma, si possa ragionare in una logica strutturata di screening di prevenzione. La sanità di prossimità vede nel cittadino non più un soggetto passivo delle iniziative delle istituzioni ma un soggetto attivo. La sanità del futuro vuole un cittadino informato, consapevole e ingaggiato sul tema della propria salute, che sia attore del cambiamento”. Dello stesso parere Gian Antonio Girelli (Membro della Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati): “Dobbiamo iniziare a ragionare in termini di investimento e non di spesa sanitaria. Futuro significa fare un cambio di paradigma e immettere risorse nella prevenzione, che è il modo diretto per far star bene le persone”.
Il sostegno della Regione Lazio è stato portato da Antonello Aurigemma (Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province autonome): “Porto la vicinanza dell’amministrazione regionale a un argomento così importante. La prevenzione non è un costo ma è un investimento: migliaia di persone possono incorrere in patologie che, se vaccinate, potrebbero avere delle conseguenze molto inferiori, anche in termini di costi, prevenendo malattie, ricoveri e consumo di farmaci. Come amministrazione regionale continueremo a portare avanti ogni tipo di iniziativa che possa supportare le associazioni che vogliono andare avanti sulla strada della prevenzione”.
Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, che non è potuto intervenire personalmente, ha inviato una sua dichiarazione scritta in occasione dell’evento: “Le recenti stime ci restituiscono il dato di 12.700 nuove diagnosi di melanoma solo lo scorso anno. Parliamo di uno dei principali tumori con esordio in giovane età, il terzo tumore più frequente in Italia negli uomini e nelle donne sotto i 50 anni di età. I progressi nel campo della ricerca medico scientifica ci consentono di poter usufruire di terapie di ultima generazione come i farmaci immunoterapici; tuttavia è fondamentale agire con la corretta prevenzione, attuabile tramite screening mirati e tempestivi e stili di vita sani. È importante conoscere i fattori di rischio che possono concorrere all’insorgenza del melanoma attraverso momenti di informazione come quello promosso grazie al Melanoma Day e programmi strutturati di educazione sanitaria. Perché dobbiamo invertire quanto possibile il trend che oggi vede lo Stato investire il 95% delle sue risorse nelle cure e il restante 5% nella prevenzione. In questo modo favoriremo la salute pubblica agendo per tempo sul conclamarsi delle malattie, con evidenti ricadute positive per la sostenibilità economica del nostro servizio sanitario nazionale, in cui tutti noi ci riconosciamo e che vogliamo continuare a sostenere e migliorare”.
A portare un suo saluto scritto pure Francesco Vaia (Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria presso il Ministero della Salute): “La nostra sensibilizzazione deve soffermarsi sulla buona notizia che si tratta di un tumore ampiamente prevenibile attraverso la riduzione dell’esposizione ai raggi ultravioletti e la cui aggressività può essere notevolmente ridotta attraverso efficaci programmi di screening, e per il quale esistono terapie e metodologie estremamente efficaci verso cui gli scenari di ricerca sono entusiasmanti, come emerge anche dai recenti studi sull’utilizzo della tecnologia mRNA”.
A ribadire l’importanza della prevenzione è stata Annarita Patriarca (Membro della Commissione Giustizia e Affari Sociali Camera dei Deputati): “Il melanoma è una patologia molto delicata in cui prevenzione e screening sono elementi fondamentali. Siamo consapevoli di dover recuperare un gap determinato dal periodo Covid che ci ha fatto tornare indietro rispetto a una cultura della prevenzione che si era raggiunta nel nostro Paese. Dobbiamo lavorare per recuperare lo screening precoce perché dalla diagnosi precoce nasce la possibilità di attivare un sistema di cure fondamentali per il paziente. La sfida è anche garantire l’omogeneità dell’offerta di cure di qualità su tutto il territorio nazionale”.
All’incontro ha partecipato anche Goffredo Freddi (Executive Director Policy & Communication, ESG Strategy, MSD Italia): “Rappresento l’azienda farmaceutica MSD Italia, il suo claim è “Inventare per la vita”, quindi il nostro compito è mettere a disposizione del paziente soluzioni innovative nell’ambito della prevenzione e della cura. Inventare per la vita significa sostenere uno sforzo concreto e importante nella Ricerca e Sviluppo: ogni anno investiamo circa 30 miliardi di dollari e abbiamo 22.000 ricercatori. In Italia investiamo 105 milioni di euro in ricerca clinica, circa il 15% del totale investito in Italia”. “Abbiamo una misura di eccellenza in Italia che potrebbe essere utile ma è sottoutilizzata – ha aggiunto -: il Fondo per i Farmaci Innovativi, istituito nel 2017 dalla Senatrice Lorenzin, che ha rappresentato un importante segnale di attenzione nei confronti di alcune patologie, in primis quella oncologia, garantendo ai cittadini un accesso più rapido ai farmaci innovativi”.
Dal canto suo, il prof. Walter Ricciardi (Docente di Igiene e Medicina Preventiva Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma) ha affermato: “L’invecchiamento della popolazione e l’incremento dei fattori di rischio per il tumore sono in aumento in Europa. La Commissione Europea ha elaborato un documento basato su tre pilastri: la prevenzione primaria e secondaria, l’ottimizzazione della diagnosi e delle cure e il miglioramento della qualità della vita dei pazienti, con un occhio all’equità tra tutti i Paesi Europei”. “Nel Piano Nazionale Oncologico italiano non ci sono né gli obiettivi né le risorse messe a disposizione, e questo rappresenta un ostacolo”, ha aggiunto Ricciardi, rimarcando poi il lavoro delle Associazioni, definendolo “importante per incalzare i diversi attori ad allinearsi tra loro e lavorare nell’interesse dei cittadini, e non nei legittimi ma specifici interessi di ognuno”.