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Morbillo, 2018 record di contagi in Europa. In Italia diminuiscono, ma resta tra i paesi più colpiti

Nei primi sei mesi del 2018 secondo l’Oms sono stati oltre 41mila i casi di morbillo in Europa. Italia dimezza la quota di infezioni rispetto allo stesso periodo del 2017, ma resta tra i 7 paesi europei con più di mille casi registrati

Il morbillo, malattia che sembrava debellata in Europa da diversi anni, è ritornato prepotentemente nel 2017 e anche quest’anno vede l’Italia tra i paesi europei più colpiti, come avverte l’Oms in un documento diffuso quest’oggi. Nei primi sei mesi del 2018 sono stati oltre 41mila i casi di morbillo nel Vecchio Continente, dove l’Ucraina detiene il triste primato dei contagi (oltre 23mila) e la Serbia quello dei decessi (14 su 37 totali). Nei due anni precedenti, 2017 e 2016, si erano verificati rispettivamente 23.927 e 5273 casi: considerando che i 41mila casi del 2018 si sono verificati in soli 6 mesi, la situazione sta assumendo dimensioni preoccupanti.

In Italia infezioni dimezzate rispetto a 2017, Sicilia la regione più colpita

L’Italia è uno dei 7 paesi europei in cui si sono registrati più di mille contagi (le fanno compagnia Ucraina, Francia, Serbia, Grecia, Russia e Georgia). Secondo gli ultimi dati forniti dal ministero il mese scorso, nel primo semestre del 2018 si sono contati già 2.029 casi di infezione nel nostro Paese: un numero comunque incoraggiante rispetto al boom dell’anno scorso, quando da gennaio a luglio si contarono addirittura 4.080 infezioni. Finora l’89,4% dei casi si è verificato in 7 Regioni: Sicilia (1.066), Lazio (204), Calabria (144), Lombardia (131), Campania (128), Emilia Romagna (77) e Toscana (64). La Regione Sicilia ha riportato l’incidenza più elevata (422 casi per milione di abitanti). Sono stati segnalati 4 decessi, che si aggiungono ai 4 segnalati nel 2017. Nel 91,3% dei casi chi si è preso il morbillo era non vaccinato al momento del contagio, mentre il 5,4% aveva effettuato una sola dose. E che il morbillo non sia uno scherzo lo conferma il fatto che quasi metà dei malati, il 48,9%, ha sviluppato almeno una complicanza; il 59,5% dei casi totali è stato ricoverato. Infine sono stati segnalati 87 casi tra operatori sanitari, di cui 41 complicati (47,1%).

Una malattia tipicamente infantile, potenzialmente letale

Il morbillo, causato da un virus del genere morbillivirus (famiglia dei Paramixovidae), è una malattia molto contagiosa che si trasmette solo nell’uomo e che colpisce spesso i bambini tra 1 e 3 anni, motivo per cui viene definita infantile (come la rosolia, la varicella, la pertosse e la parotite). Se è vero che in genere non ha sintomi gravi (provoca principalmente un’eruzione cutanea, simile a quelle della rosolia o della scarlattina, e dura tra i 10 e i 20 giorni), in alcuni casi può essere addirittura fatale: il morbillo, si legge nella scheda che gli dedica l’Istituto Superiore di Sanità sul portale EpiCentro, è pur sempre responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite. Le complicazioni sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello). Si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse.

Sintomi e diagnosi

I primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) con una febbre che diventa sempre più alta. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca. Dopo 3-4 giorni, appare l’eruzione cutanea caratteristica (esantema), composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo. L’eruzione dura da 4 a 7 giorni, l’esantema scompare a cominciare dal collo. A volte, rimane una desquamazione della pelle per qualche giorno. Di solito la diagnosi si fa solo per osservazione clinica, eventualmente si possono ricercare nel siero degli anticorpi specifici diretti contro il virus del morbillo dopo 3 o 4 giorni dall’eruzione. Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni: inizia all’entrata del virus nell’organismo e finisce all’insorgenza della febbre. La contagiosità si protrae fino a 5 giorni dopo l’eruzione cutanea, ed è massima tre giorni prima, quando si ha la febbre. Il morbillo è una delle malattie più trasmissibili e il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee, probabilmente per via aerea tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce. Non esiste una cura specifica: si possono trattare i sintomi (terapia sintomatica) ma non la causa, somministrando paracetamolo per abbassare la febbre, sciroppi per calmare la tosse, gocce per gli occhi. Esiste un rischio di prematurità per i bambini che partoriti da madre infetta durante la gestazione.

Vaccino, quando la somministrazione è consigliata

Il vaccino esiste sotto forma di un complesso vaccinale contro il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr). Si consiglia una prima dose del Mpr entro i 24 mesi di vita, preferibilmente al 12-15 mese, con un richiamo verso 5-6 anni o 11-12 anni. Fino al 6 -9 mese, il neonato può essere protetto dagli anticorpi che gli vengono dalla madre se questa è immunizzata. La durata di immunizzazione del neonato è inferiore se la madre è stata immunizzata da un vaccino e non dal morbillo stesso. Come per tutti i vaccini vivi attenuati, la vaccinazione non viene effettuata negli individui con deficit immunitario o sotto terapia immunosoppressiva (corticoidi, antineoplastici, antirigetto), nè, per precauzione, nelle donne gravide o che desiderano esserlo nel mese successivo. È consigliato, invece, alle persone sieropositive che non hanno ancora sviluppato l’Aids.

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