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Morta dopo trattamento estetico abusivo al seno, Aiteb: “Stop agli apprendisti stregoni, affidarsi solo a professionisti”

Il presidente Fundarò interviene dopo la morte di una donna di 37 anni a seguito di un trattamento al seno eseguito in casa

Samantha Migliore

Firenze 29 aprile 2022 – La morte di una donna 37enne  Samantha Migliore, nella sua casa nel Modenese, per un malore sopraggiunto dopo essersi sottoposta a delle iniezioni  per risollevare il seno, riporta all’attenzione quanto sia rischioso ricorrere a questi interventi fuori dalle strutture non autorizzate.

“La medicina estetica – dice il presidente di Aiteb, l’Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino, Piero Fundarò – è una branca della medicina e non prescinde dai dettami che regolano la professione medica, solo professionisti qualificati e conosciuti garantiscono il rispetto della salute nei trattamenti estetici”.

“Basta con gli apprendisti stregoni – attacca Fundarò – con certi personaggi che svolgono abusivamente la professione medica e che lavorano in situazioni non autorizzate. Diffidare da chi esegue interventi estetici in ambienti non autorizzati, per di più a domicilio. Bisogna, sempre e comunque, rivolgersi ad una struttura sanitaria riconosciuta che mai farà esercitare un professionista se prima non ne verifica l’iscrizione all’Ordine dei Medici”.

“Inoltre – aggiunge il vicepresidente di Aiteb Maurizio Benci – è bene sottolineare che nessuna sostanza è approvata in Italia e in Europa per l’aumento volumetrico del seno, tantomeno il silicone, che è stato bandito in formula liquida iniettabile dagli anni 90. E’ bene ricordare che ogni fiala di sostanza iniettabile riassorbibile ha allegato un talloncino di tracciamento, che il paziente deve farsi rilasciare dal medico esecutore”.

“La salute dei pazienti – concludono Fundarò e Benci – non può essere messa a rischio, cosa che invece avviene per il mancato rispetto della legge e delle normative sanitarie. Nulla va fatto a casa o in ambienti non sanitari, e mai infiltrazioni al seno”.

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