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Nel sangue l’elisir di giovinezza . “Niente trasfusioni, basta diluire il plasma”. Si preparano i test sugli esseri umani

Diluire il sangue con una soluzione che contiene albumina: ecco una semplice e straordinaria arma anti-aging. A suggerirlo è uno studio condotto in laboratorio da un gruppo di scienziati della Università della California a Berkeley, Stati Uniti, impegnati da un quindicennio nella ricerca di soluzioni terapeutiche contro l’invecchiamento.

Pubblicato sulla rivista «Aging», il lavoro mostra che cervello, fegato e tessuto muscolare di topolini anziani ringiovaniscono sostituendo metà del volume del loro plasma (la parte liquida del sangue, esclusa la componente cellulare) con una soluzione salina contenente albumina, vale a dire la più abbondante proteina plasmatica. La tecnica è così efficace da riuscire a cancellare i segni dell’invecchiamento nei topi.

Lo studio possiede un enorme potenziale applicativo, perché suggerisce la possibilità di combattere malattie croniche tipiche della terza età, come il diabete e i disturbi neurodegenerativi quali Alzheimer e Parkinson, con una procedura semplice e, di fatto, molto simile a un trattamento già oggi in uso clinico, vale a dire il «plasma-exchange», altrimenti noto come scambio plasmatico.

In questa procedura terapeutica, utilizzata per pazienti che soffrono di malattie su base autoimmunitaria, in ogni seduta si rimuovono da 1 a 1,5 volumi di plasma: questo può essere sostituito con altro plasma, derivante da donazioni oppure con altri liquidi, per esempio con un concentrato di specifiche proteine plasmatiche.

Coordinati da Irina Conboy, gli scienziati californiani stanno ora ultimando l’allestimento di una sperimentazione clinica: l’obiettivo – spiegano – è testare la loro nuova cura sugli esseri umani, sfruttando proprio la tecnica dello scambio plasmatico. Essendo, quest’ultima, una procedura già in uso, i test per verificarne gli effetti anti-aging potrebbero procedere in tempi estremamente rapidi.

Diversi studi hanno dimostrato negli anni che nel sangue si nascondono i segreti per combattere l’invecchiamento, ma finora gli scienziati ritenevano che l’elisir di giovinezza fosse custodito in alcune speciali – e misteriose – molecole presenti solo nel sangue di individui giovani e, via via, inesorabilmente, perse con il trascorrere del tempo. A lungo, quindi, si è andati avanti in questa direzione alla ricerca della «pallottola d’argento» anti-aging nelle molecole del sangue giovane. Ora, invece, il nuovo lavoro cambia totalmente la prospettiva. Non occorre alcuna pallottola magica o arma segreta, non serve il sangue giovane, ma è sufficiente diluire quello anziano.

E’ probabile – suggeriscono gli studi più recenti – che nel sangue si accumulino, nel corso del tempo, sostanze nocive, come molecole pro-infiammatorie e molecole mal funzionanti del sistema immunitario. E, infatti, quando gli scienziati si sono limitati a diluire il sangue di animali anziani, questi sono ringiovaniti con effetti addirittura migliori di quelli ottenibili con le trasfusioni di sangue giovane. I ricercatori statunitensi hanno quindi fatto la controprova: diluendo allo stesso modo il plasma di animali giovani, questi non ne risentono in alcun modo. E’ il segno che non c’è nessun elisir molecolare di giovinezza nel sangue giovane.

«I nostri risultati provano che, man mano che si invecchia, aumenta nel sangue la concentrazione di una serie di proteine nocive che venivano semplicemente neutralizzate ricorrendo a una serie di trasfusioni di sangue giovane – spiega Conboy -: questo sangue o i fattori in esso contenuto non servono per sortire l’effetto anti-aging. E’ sufficiente, infatti, la diluizione del sangue anziano». Ora si aprono prospettive promettenti: le malattie dell’invecchiamento potrebbero essere contrastate con una logica nuova. E semplice.

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