avvocatoinprimafila il metodo apf

Neurologo, perdita memoria è un segnale da non sottovalutare

(ANSA) – NAPOLI, 29 NOV – Dimenticare spesso il nome di
personaggi famosi o confondere con una certa continuità il nome
delle strade possono essere spia di un possibile stadio precoce
di una patologia neurologica; quindi, occorre cogliere per tempo
questi segnali. Il segreto, ancora una volta, si chiama
prevenzione spiega il dottor Gennaro Barbato, neurologo del
Distretto Sanitario 33 della Asl Napoli 1 Centro, responsabile
scientifico del meeting in programma il 10 e 11 dicembre a
Palazzo Alabardieri. Il VII workshop della neurologia delle cure
primarie avrà, infatti, al centro la prevenzione,
l’individuazione (e la gestione) dei segnali precoci delle
malattie che coinvolgono il cervello, il ruolo degli specialisti
e dei medici di base, le analisi sulle novità farmacologiche e
sugli esami sempre più sofisticati. Per combattere patologie
come la Malattia di Alzheimer o quella di Parkinson sono
fondamentali – scie Barbato – una corretta alimentazione basata
sulla Dieta Mediterranea, una regolare attività fisica, una
buona attività mentale (favorendo letture e coltivando
interessi), mantenendo e incrementando le relazioni sociali,
dormendo bene e in maniera regolare senza stravolgere i ritmi
sonno/veglia, gestire lo stress.
    Spiega Barbato: ‘Il neurologo ambulatoriale si trova in una
posizione di privilegio per poter fare diagnosi e poter gestire
i pazienti con demenza e, quindi, con la Malattia di Alzheimer,
che rappresenta la più frequente forma di demenza. Il
Poliambulatorio Distrettuale, abituale sede di lavoro del
neurologo ambulatoriale, è del tutto immerso nel territorio
urbano divenendo, quindi, come tale, facilmente accessibile
all’utenza; ciò trasforma quel potenziale disagio derivante
dall’idea di lavorare così a contatto dei cittadini in un grosso
vantaggio per la diagnosi. Infatti, proprio perché sede
facilmente accessibile, aumenta la possibilità di ottenere
notizie anamnestiche recenti e ‘di prima mano’, cioè, non solo
dal diretto interessato ma dal familiare, coniuge o figlio e su
avvenimenti verificatisi poco tempo prima”. Altro motivo
collegato alla sede di lavoro è dato dalla stretta
collaborazione che si riesce più facilmente ad instaurare con il
medico di medicina generale.
    Inoltre, i neurologi, la cui formazione permette loro di
conoscere la neuroanatomia e la neurobiologia, sottolinea il
dottor Barbato, “hanno tratto grosso beneficio dall’introduzione
nella clinica della valutazione neurocognitiva tramite
sofisticati tests ma anche della evoluzione delle tecniche di
neuroimmagine. Ciò trova particolare riscontro nella
individuazione precoce della malattia in questi pazienti, già
nella fase di Mci – Mild cognitive impairment, il lieve deficit
cognitivo – e nel seguirne poi la sua evoluzione”. Di recente, è
stato approvata la terapia antiamiloide con il farmaco
aducanumab per i pazienti che, appunto, vengono individuati in
una fase molto precoce di malattia. Dice ancora Barbato: “Una
volta individuato il paziente, il neurologo delle cure primarie
a Napoli può affidarsi al Centro Universitario presso l’Azienda
Ospedaliera Vanvitelli che ha come principali riferimenti il
prof. Gioacchino Tedeschi (direttore di dipartimento) e il prof.
    Alessandro Tessitore, per la conferma diagnostica anche a mezzo
di una specifica indagine (PET cerebrale con amiloide) e per la
successiva terapia antiamiloide”. Ma, nel contempo, il neurologo
del territorio non resta fermo. “In questa fase della malattia
gioca un ruolo fondamentale anche la correzione dello stile di
vita e la individuazione e la modifica di quei fattori che
intervengono come concausa nella conversione di un lieve deficit
cognitivo in un disturbo grave e compromettente il funzionamento
quotidiano come la demenza. Questi fattori sono malattie
metaboliche come il diabete, un grave e particolare disturbo
depressivo e i disturbi del sonno” conclude il dottor Barbato.
    (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

Exit mobile version