E nemmeno in ospedale ci si salva da Google: prevede le probabilità di morte di un paziente con il 95 per cento di accuratezza. Non restano che gli scongiuri, che per ora sfuggono a ogni algoritmo
Raffaele Angius, AGI
L’intelligenza artificiale di Google prevede le probabilità di morte di un paziente con il 95 per cento di accuratezza. A dimostrarlo, con un esperimento i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature, sono stati i tecnici del Medical brain team dell’azienda, i quali hanno “insegnato” a un computer a capire quali probabilità di sopravvivenza ha un paziente al momento in cui entra in un ospedale.
In uno dei test effettuati, una paziente affetta da un cancro al seno in stato avanzato è stata sottoposta a dei test da parte dell’ospedale, che ha stabilito una probabilità del 9,3 per cento di poter morire durante la degenza. L’intelligenza artificiale di Google ha analizzato la stessa paziente e stabilito una probabilità di morte del 19,9 per cento. La paziente è deceduta dieci giorni dopo l’ammissione.
A fare la differenza tra l’analisi effettuata dall’ospedale e quella dell’intelligenza artificiale è che il primo si basa su dati quali pressione sanguigna, battito cardiaco e analisi respiratoria. L’algoritmo di Google invece ha utilizzato complessivamente 175.639 informazioni, potendo accedere automaticamente ai Pdf di precedenti analisi mediche e agli appunti di dottori e infermieri, grazie ai quali ha individuato la potenziale presenza di fluidi intorno ai polmoni.
Nigam Shah, coautore della ricerca pubblicata su Nature, ha spiegato a Bloomberg che i dati raccolti e i risultati vengono messi insieme in un formato direttamente leggibile anche dagli operatori sanitari.
“In generale, il lavoro si è concentrato su un sottoinsieme di funzioni disponibili nella cartella sanitaria elettronica, piuttosto che su tutti i dati disponibili in una CCE”, si legge nella ricerca. “Il che include appunti presi a margine e grandi quantità di dati strutturati e semi-strutturati”.