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Oncologia: l’80% dei malati di cancro soffre di malnutrizione e meno del 30% riceve adeguati trattamenti

Per la 1° volta un'indagine analizza la consapevolezza dei problemi nutrizionali tra gli operatori sanitari che forniscono cure antitumorali

La malnutrizione è una condizione comune nei pazienti oncologici che di solito è associata a limitazioni funzionali, nonché ad un aumento di morbilità e mortalità. 

È stato stimato che sino all’80% dei malati di cancro soffra di malnutrizione ma meno del 30% riceva adeguati interventi nutrizionali e, nonostante l’attuale periodo di innovazione in oncologia, i problemi nutrizionali rappresentano ancora serie sfide cliniche.

Persiste, infatti, un divario importante tra la fornitura attuale e il bisogno di valutazione nutrizionale, come ha evidenziato la 1° indagine nazionale sulla consapevolezza dei problemi nutrizionali tra gli operatori sanitari che forniscono cure antitumorali.

I risultati della survey – che è stata realizzata con le sezioni young di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica)AIRO (Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica) e SICO (Società Italiana di Chirurgia Oncologica) confluite nel Gruppo di Ricerca NutriOnc e con il supporto non condizionante di NHSc (Nestlé Health Science) – sono stati recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista Frontiers in Nutrition.

Dall’indagine, focalizzata principalmente sui tumori esofagogastrico (EG), epato-bilio-pancreatico (HPB) e colorettale (CR), emerge anche la necessità di sostituire il tradizionale approccio “one-size-fits-all” con una visione incentrata sul paziente, che mira a ridurre al minimo gli eventi avversi migliorando così l’impatto terapeutico dei nuovi trattamenti.

Inoltre, lo studio – al quale hanno partecipato 215 operatori sanitari italiani under 40 – rivela che la malnutrizione è correlata con una degenza ospedaliera prolungata, aumento della morbilità e riammissione nonché tassi di mortalità più elevati. I malati di cancro malnutriti possono sperimentare una ridotta tolleranza alla chemioterapia, una minore qualità della vita e una ridotta sopravvivenza globale. Di conseguenza, la nutrizione clinica svolge un ruolo attivo nella moderna chirurgia oncologica contrastando tutti gli effetti avversi della malnutrizione associata al cancro. Tuttavia, l’atteggiamento nei confronti di questo problema varia notevolmente tra oncologi, chirurghi e radioterapisti a causa della mancanza di una collaborazione strutturata tra gli operatori sanitari.

Proprio per attuare strategie multidisciplinari finalizzate a migliorare la qualità della vita dei pazienti, nel 2020 le sezioni giovani di AIOM, SICO e AIRO hanno pianificato obiettivi di ricerca comuni e hanno fondato NutriOnc, gruppo multidisciplinare costituito non solo da oncologi medici, chirurghi e radioterapisti ma anche da nutrizionisti e farmacisti, che si propone di fare ricerca traslazionale e approfondire il tema della malnutrizione e della nutrizione clinica nel paziente oncologico.

Entrando nel dettaglio dei risultati dello studio da loro condotto, scopriamo che secondo il 57% degli intervistati, i malati di cancro sono stati regolarmente sottoposti a screening nutrizionale. La tempistica della valutazione nutrizionale era alla diagnosi (37,8%), prima dell’intervento chirurgico (25,9%), dopo l’intervento chirurgico (16,7%), prima della radiochemioterapia (13,5%) e dopo la radiochemioterapia (7%).

Per quanto riguarda la gestione dello stato nutrizionale dei pazienti oncologici, il 49,3% dei medici ha dichiarato di adottare il programma ERAS (Enhanced Recovery After Surgery). Il 41,8% degli specialisti non ha invece seguito uno specifico protocollo di assistenza nutrizionale convalidato a causa della mancanza di corsi educativi (14,5%), supporto finanziario (15,3%) e comprensione (13%).

Quasi tutte le istituzioni avevano un team multidisciplinare (92%) per finalizzare il processo decisionale del trattamento. In assenza del dietologo, la valutazione nutrizionale dei pazienti che effettuavano cure oncologiche è stata gestita da medici con esperienza clinica nella valutazione nutrizionale (35,6%), chirurghi (34,3%), oncologi medico/radioterapisti (36,8%) e infermieri case-manager (6,8%).

Dopo la dimissione dall’ospedale, la prescrizione del supporto nutrizionale è stata fornita da dietisti (59,5%), oncologi medici (20%), chirurghi (15,3%) e radioterapisti (5,12%).

Nei casi di malnutrizione (ad esempio, oltre il 5% della perdita di peso negli ultimi 3 mesi), le scelte del medico si sono indirizzate su consulenza nutrizionale (34,8%), supplemento nutrizionale orale (28,8%), nutrizione enterale (2,8%), nutrizione parentale (3,3%) e nessun trattamento (0,9%).

I supplementi nutrizionali orali (ONS) hanno un ruolo importante nel percorso del paziente oncologico” – afferma la Dott.ssa Federica Sebastiani, medico specialista in Scienza dell’Alimentazione, dottore di ricerca in Oncologia Sperimentale e Clinica presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell’Adulto dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e referente SINPE (Società Italiana Nutrizione artificiale e metabolismo) – “e non sono tutti uguali. In fase di screening si necessita di un ONS iperproteico ed ipercalorico per prevenire la perdita di massa muscolare ed affrontare al meglio le terapie”.

Durante la radioterapia, il 95% dei medici ha dichiarato che i pazienti avevano bisogno di una nutrizione supplementare. E l’Immunonutrizione (IMN) è stata prescritta nel perioperatorio (54,5%), prima dell’intervento chirurgico (36,3%) e durante la RT-TC neoadiuvante (22,3%).

I pazienti oncologici con deficit nutrizionali costituiscono una difficile sfida per gli oncologi.” – conferma la Dott.ssa Federica Marmorino, MD, PhD. Department of Translational Research and New Technologies in Medicine and Surgery University of Pisa e referente sezione Young di AIOM(Associazione Italiana di Oncologia Medica). “I dati a nostra disposizione evidenziano che in questo sottogruppo di pazienti vi è con alta incidenza una ridotta tolleranza ai trattamenti chemioterapici. Inoltre lo stato di malnutrizione impatta negativamente con la qualità della vita e può ridurre il tasso di sopravvivenza. Un adeguato supporto nutrizionale può contribuire a migliorare la tolleranza alla chemioterapia e la qualità della vita dei pazienti, potenziando il sistema immunitario, oltre a favorire un aumento della sopravvivenza complessiva. La nutrizione clinica gioca un ruolo cruciale nel trattamento moderno del cancro, evidenziando la necessità di una collaborazione strutturata e multidisciplinare tra i diversi medici”.

L’Immunonutrizione prevede la supplementazione con un ONS specifico a base di arginina, Omega 3 e RNA (immunonutrienti) che vanno a stimolare la risposta immunitaria” – precisa il Dott. Isacco Desideri, ricercatore universitario presso Università di Firenze e Dirigente Medico presso Unità di Radioterapia dell’AOU Careggi e referente sezione Young di AIRO (Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica). “Di conseguenza, durante la RCT la terapia immunonutrizionale con un ONS è fondamentale per favorire una migliore risposta ai farmaci”.

Non di minore importanza è l’Immunonutrizione in fase peri operatoria” – conclude il Prof. Luigi Marano, Professore Associato di Chirurgia Generale presso il Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze dell’Università di Siena e referente sezione Young di SICO (Società Italiana di Chirurgia Oncologica)“Numerosi studi clinici, infatti, confermano che riduca il rischio di complicanze post operatorie e i tempi di degenza. Anche le linee guida Espen raccomandano nei pazienti in stato di malnutrizione sottoposti a chirurgia oncologica la somministrazione peri o almeno post operatoria di una formula specifica arricchita con immunonutrienti (arginina, acidi grassi Omega 3, ribonucleotidi)”.

Se l’impatto dell’intervento nutrizionale precoce sulla qualità della vita e sugli esiti clinici dei pazienti oncologici è ampiamente riconosciuto, restano però da compiere alcuni passi avanti e, sfortunatamente, la valutazione nutrizionale è spesso trascurata.

Gli operatori sanitari che forniscono cure antitumorali hanno ancora molta strada da fare per rendere l’assistenza nutrizionale una componente standardizzata della gestione del cancro ma i segnali positivi provenienti da questa indagine nazionale intersocietaria e multidisciplinare dovrebbero incoraggiare i professionisti antitumorali a migliorare lo screening nutrizionale sistematico e la gestione dei pazienti oncologici.

D’altronde, il tema della nutrizione è anche al centro del dibattito a livello istituzionale e l’Atto di indirizzo 2023 del Ministero della Salute sottolinea, tra l’altro, l’importanza per i pazienti oncologici degli alimenti a fini medici speciali definiti come supplementi nutrizionali orali (ONS), ritenuti un importante strumento per combattere la malnutrizione, aumentare l’aspettativa di vita e contribuire anche ad una diminuzione dell’impatto sul Servizio Sanitario Nazionale nel suo complesso.

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