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Organizzazione mondiale della sanità: in Europa gli uomini vivono più a lungo

Ci sono però sostanziali differenze tra Est e Ovest: l’aspettativa di vita va dai 64 agli 81 anni. Fondamentali alimentazione e stili di vita: le malattie cardiovascolari più letali all’Est. E la parità di genere va a vantaggio della salute maschile

In Europa, “gli uomini vivono più a lungo e più in salute che in passato, anche se molti di loro muoiono per cause che possono essere prevenute e le ragioni di ciò vanno ben oltre la mera biologia. Inoltre, nella regione sussiste un ampio divario in materia di salute maschile, con una aspettativa di vita alla nascita che va dai 64 agli 81 anni – una differenza tra paesi pari a 17 anni”. E’ quanto si legge nel primo studio che l’Oms Europa ha realizzato sulla salute e il benessere maschile nei 53 paesi europei che monitora. La ricerca, presentata questa mattina a Roma nell’ambito della 68esima riunione del Comitato regionale Oms Europa, sottolinea “la necessità di trattare la salute maschile in maniera specifica e la identificano come argomento prioritario per i decisori politici europei”.

 

“La regione europea – spiega Zsuzsanna Jakab, direttore regionale Oms Europa – è un esempio di riduzione efficace della mortalità prematura dovuta a malattie non trasmissibili. Eppure ancora troppi uomini non vengono raggiunti dai servizi sanitari e muoiono giovani per patologie di questo tipo oppure a causa di infortuni. Il nuovo rapporto ci permette di capire le loro necessità specifiche e come possiamo fornire interventi dedicati. Ciò garantirà anche che si raggiunga l’obiettivo di Sviluppo Sostenibile sulla parità di genere”. Secondo lo studio, in Europa “circa l’86% di tutte le morti maschili può essere attribuito a malattie non trasmissibili e agli infortuni che colpiscono gli uomini in età più giovane.

Le cause principali di morte per gli uomini tra i 30 e i 59 anni di vita sono le malattie cardiovascolari, il cancro, il diabete e le malattie respiratorie. Nella parte orientale della regione, il 37% delle morti legate alle malattie non trasmissibili avviene prima dei 60 anni di età, rispetto al 13% della parte occidentale della regione. In alcuni paesi della parte orientale della regione, il rischio per gli uomini di morire prematuramente a causa di patologie cardiovascolari è sette volte maggiore rispetto alla parte occidentale. Infine, circa tre quarti degli uomini che muoiono per incidenti stradali sono di età inferiore ai 25 anni”. Il documento precisa: “L’esposizione al rischio da parte degli uomini è state monitorata per così tanto tempo da essere ormai quasi considerata biologicamente determinata, ma i divari registrati in Europa dimostrano che non è così. Le norme di genere e le aspettative sociali influenzano il fatto che più uomini rispetto alle donne fumino, consumino alcol, siano vittime di infortuni o coinvolti in episodi di violenza interpersonale. La loro salute si deteriora anche a causa di alimentazione scorretta, altro elemento variabile attraverso la regione. Per esempio, il rischio di eccessivo consumo di sodio è più marcato in Asia Centrale mentre il rischio principale in Europa occidentale è dato da regimi alimentari carenti in frutta e verdura.

 

 I dati più recenti dimostrano che negli uomini della regione europea Oms: il fumo è stato responsabile di circa 1 milione di morti nel 2016, e viene indicato come il principale rischio per la salute degli uomini che vivono in Europa centrale e occidentale; il consumo di alcol e di droghe è il fattore numero uno di rischio nei paesi dell’Est, causa di circa il 24% degli anni persi di vita della popolazione maschile; in Asia centrale, il fattore di rischio principale è dato da alimentazione poco sana, causa di circa il 17% degli anni persi di vita della popolazione maschile. Inoltre, gli uomini sono spesso meno portati a rivolgersi ai medici rispetto alle donne. Per esempio, uomini con problemi emotivi o con sintomi di depressione spesso non vengono diagnosticati perché non prendono sul serio tali condizioni e non sono abituati a chiedere aiuto. L’incapacità nell’identificare problemi di salute mentale contribuisce ad aumentare le percentuali di suicidio, che, per gli uomini tra i 30 e i 49 anni, è di 5 volte superiore rispetto alle donne della stessa fascia di età”.

 

Lo studio rivela che “fattori quali il benessere economico, l’istruzione, l’occupazione, l’esclusione sociale e la discriminazione, il pensionamento e le condizioni di vita influenzano la salute e il benessere degli uomini”. “Vivere in un Paese dove esiste la parità di genere – si legge infine – va a vantaggio della salute maschile e risulta in tassi di mortalità minori, maggior benessere, tassi dimezzati di depressione e maggior possibilità che venga praticato ‘sesso sicuro’, minori suicidi e una diminuzione pari al 40% dei fenomeni di morte violenta. Lo studio reitera, quindi, che il miglioramento della salute e del benessere degli uomini è meglio garantito in presenza di un quadro di parità di genere”.

Fonte: Agi 

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