Il farmaco deidroepiandrosterone, o Dhea, è stato proibito per il possibile uso come doping, ma servirebbe una deroga per poter continuare ad utilizzarlo sui pazienti che ne hanno bisogno. Lo chiedono endocrinologi e ginecologi in una lettera inviata al Ministro della Salute Roberto Speranza, in occasione del congresso nazionale della Società Italiana di Endocrinologia.
L’ormone, spiega la lettera scritta insieme alla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), è precursore di tutti gli ormoni sessuali, diminuisce con l’età e in alcune condizioni patologiche ipofisarie, surrenaliche, ovariche e testicolari, un’integrazione può essere molto utile; in particolare per le donne in menopausa. “Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il primo giugno 2021 dal ministero della Salute di concerto con il ministero dello Sport, su proposta della Commissione di Vigilanza antidoping, ne vieta – si legge – la preparazione galenica a uso sistemico. Alla base del divieto soprattutto il timore che venga utilizzato come doping per il suo effetto anabolizzante essendo un precursore del testosterone, oltre che degli estrogeni e del progesterone, con un effetto trofico sul muscolo. A pochi giorni dall’avvio delle Olimpiadi di Tokyo 2021, mentre tutti i riflettori sono puntati sugli sportivi, è però necessario distinguere l’utilizzo illecito e quello terapeutico di un ormone che è una terapia efficace per migliaia di uomini e donne italiani, a cui è indispensabile e urgente garantire il diritto alla cura, poiché in Italia non esistono farmaci industriali a base di Dhea”.
I ginecologi ed endocrinologi chiedono quindi che sia possibile una nota in deroga perché il Dhea possa continuare a essere prescritto alle persone con una documentata carenza di questo ormone, “in analogia alla buona pratica clinica per la carenza di qualunque altro ormone”. (ANSA).
Fonte Ansa.it