(ANSA) – FIRENZE, 30 GIU – Uno studio sul Parkinson
pubblicato sulla rivista ‘Nature Partner Journal – Parkinson’s
Disease’, nato dalla collaborazione tra l’Istituto di
biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e
l’ospedale universitario di Würzburg in Germania, svela come la
mancanza di coordinazione nei movimenti dipenda dall’incapacità
di un’area del cervello (i gangli della base) di regolare le
varie fasi del movimento a causa della perdita di un
neurotrasmettitore, la dopamina.
“Abbiamo chiesto ai pazienti affetti da Parkinson di muovere
il braccio per afferrare un oggetto posto di fronte a loro, un
gesto comune che si esegue moltissime volte durante la giornata
– spiega Alberto Mazzoni, ricercatore dell’Istituto di
biorobotica e responsabile scientifico del laboratorio di
neuroingegneria computazionale – e contestualmente registrato
l’attività del nucleo subtalamico, una regione cerebrale
funzionalmente correlata ai gangli della base. Siamo riusciti
così ad analizzare quale fosse l’informazione neurale che
codifica questo movimento e responsabile delle difficoltà
motorie nei nostri pazienti”. “Studiamo il Parkinson come un
malfunzionamento nella funzione di trasmissione
dell’informazione del sistema nervoso – continua Mazzoni – e
questo ci consente di rivelarne aspetti nuovi. Crediamo che per
risolvere malattie così complesse sia necessaria un’integrazione
sempre maggiore tra analisi dei segnali e neurofisiologia
clinica”. Il prossimo passo, spiega Mazzoni, sarà sfruttare
queste informazioni per rendere ancora più efficaci le terapie
di stimolazione cerebrale profonda (Dbs), che possono ridurre
molti dei sintomi della malattia di Parkinson. “Abbiamo anche
l’obiettivo piuttosto concreto – conclude – di inserire
direttamente l’algoritmo negli impianti già utilizzati dai
pazienti. Questo permetterà di aprire una nuova fase nella cura
al Parkinson, passando a un metodo capace di adattarsi alle
esigenze dei pazienti”. (ANSA).
Fonte Ansa.it