Però la scienza, da parte sua, non dovrebbe mostrarsi altezzosa nei confronti di chi crede alle “bufale del web”, ma dialogare. Arrivare ad alte percentuali di vaccinati è fondamentale, una volta si moriva a milioni
“I vaccini hanno salvato e salvano milioni di persone” sostiene Piero Angela in un’intervista al “Corriere della Sera”. “Quando non c’erano, c’erano i morti. Quando io ero piccolo se un compagno arrivava in ospedale con la difterite moriva con certezza, non c’era alcuna cura. Ho tanti ricordi di amici morti per queste malattie. La protezione gregge, cioè arrivare a percentuali alte di vaccinati è fondamentale”.
La scienza, secondo la sua opinione, non dovrebbe mostrarsi però altezzosa nei confronti di chi si lascia confondere dalle bufale che circolano sul web. È importante trovare una chiave per parlare a tutti e soprattutto domandarsi perché la fiducia è venuta meno, facendo la giusta autocritica.
“Quello che ci deve far riflettere però è la poca fiducia dei cittadini nelle istituzioni, ma anche nella medicina. Perché? Per i tanti casi di malasanità, di eccesso di farmaci, di questioni poco chiare legate ai grandi gruppi farmaceutici. Tutta questa serie di cose ha portato a una poca fiducia, che poi è degenerata fino al complottismo presente su Internet. Il fatto che sempre più persone non si fidino della scienza e diano credito alle non competenze, non è di buon senso né intelligente. E invita a riflettere”.
Per Angela è sbagliato disprezzare chi si affida alle bufale diffuse su internet, ma più corretto sarebbe parlare a loro, spiegare, portare dati, convincere. Per questo ha collaborato ad aprire Portali di informazione per il Ministero della Salute, dove i cittadini possono trovare tutte le informazioni di cui hanno bisogno.
“Perché in molti casi ci sono preoccupazioni dei genitori per i bambini da vaccinare. Ma certo non bisogna dimenticare l’obiettivo. Una volta sono stato ospite da Lucia Annunziata, insieme a Roberto Burioni, medico in prima linea nella lotta agli antivaccinisti. Lui ha ragione, ma alle volte è troppo aggressivo e può non funzionare. Certo purtroppo il vero problema è che ci sono anche politici che seguono l’onda pericolosa del web, gruppetti piccoli ma pericolosi”.