MILANO -“Ci aspettiamo che chi partecipa allo screening possa ridurre di oltre il 50% il consumo di sigarette”. Lo ha detto Ugo Pastorino, Direttore di chirurgia toracica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, struttura alla quale è stato affidato il ruolo di coordinare la ‘Rete Italiana screening polmonare’, istituita e annunciata alcuni giorni fa con decreto firmato dal ministro della Salute, Roberto Speranza.
Obiettivo mettere in collegamento 18 centri ospedalieri italiani per un programma di prevenzione e monitoraggio del tumore al polmone, con uno stanziamento di due milioni di euro.
“Si tratta di una decisione fondamentale che garantisce la stessa qualità standardizzata ad alto livello di screening – ha aggiunto Pastorino – Da nord a sud, in quindici Regioni italiane, sarà possibile utilizzare gli strumenti di prevenzione più adeguati grazie anche all’esperienza clinica e ricerca comprovata nella diagnosi precoce del nostro Istituto come riconosciuto dallo stesso ministro Speranza nel provvedimento”.
Per il Presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori Marco Votta ‘si tratta di un prestigioso riconoscimento rispetto al lavoro svolto in tutti questi anni per combattere il cancro e testimonia ancora una volta l’eccellenza raggiunta dal nostro ospedale’. “Il progetto è una importante iniziativa che completa un lungo percorso di ricerca del nostro Istituto – ha concluso il direttore scientifico, Giovanni Apolone – Istituto che da sempre ha dato una grande importanza non solo alla ricerca di nuovi farmaci e interventi terapeutici innovativi ma pure alla prevenzione primaria e alla diagnosi precoce”.
Secondo dati dell’Oms le sostanze cancerogene presenti nel fumo sono responsabili per il 90% dello sviluppo del cancro polmonare ma anche per il tumore del cavo orale, della vescica e della laringe.
L’attività di supporto per la cessazione del tabagismo sarà offerta a 7.300 persone, cittadini scelti ad alto rischio di mortalità tra i 55 e i 75 anni che sono forti fumatori e reclutati sull’intero territorio nazionale nei prossimi 18-24 mesi, coinvolgendo anche i medici di famiglia coordinati dalla Società italiana di Medicina Generale (ANSA).
Fonte Ansa.it