L’anniversario dei 40 anni della legge 180 verrà festeggiata con un concerto, in regione, del gruppo musicale ‘Fulmini in linea retta’. e con un’esposizione di ceramiche e dipinti dal titolo ‘Artisticamente’, in via Martinet, ad Aosta
AOSTA. – “La salute mentale a 40 anni dalla legge Basaglia”. Normativa che, nella sua notevole positività, è, ad oggi, in fase di continuo perfezionamento, di verifica quotidiana e di costante aggiornamento. L’anniversario verrà festeggiato, sabato 9, dalle 9 alle 14.30, nella sala ‘Maria Ida Viglino’, di palazzo regionale.
‘Nella pancia di Marco Cavallo’, citazione emblematica in ricordo di uno dei molti giovani rinchiusi e dimenticati nelle strutture ‘murate’ dallo psichiatra Franco Basaglia. Un ragazzo che voleva dormire nella pancia del cavallo, per uscire da una realtà mortificante.
Si riunisce il ‘mondo’ che, con differenti professionalità, accompagna, cura e sostiene la complicata e complessa sfera della patologie psichiatriche, presentando argomenti di notevole interesse e attualità. Dal ‘Valore della memoria per il nostro futuro’, alla ‘Riabilitazione dei pazienti attraverso percorsi di lavoro e di emancipazione’, alla ‘Riscoperta del senso della legge 180’, per terminare con l’intervento della Diapsi, l’associazione che, da molto tempo, si occupa di malati psichiatrici.
“L’incontro in regione – anticipa Anna Maria Beoni psichiatra e direttore della Struttura Complessa di Psichiatria, di Aosta – sarà preceduto da un congresso, il 7 e l’8, all’hotel Duca di Aosta, in via Ribitel, in cui si tratterà il tema ‘Depressione e psicosi: vecchie diagnosi, nuovi problemi. Dialogo aperto nella gestione trasversale’.
Nel labirinto del disagio mentale spicca la concretezza dei riscontri raggiunti dalla psichiatria regionale, struttura di punta nell’ambito terapeutico e riabilitativo. Cure personalizzate mirate a restituire alla persona piombata nell’abisso psicotico un presente scandito dall’inclusione sociale, lavorativa, famigliare.
“Con il miglioramento del pensiero – spiega Anna Maria Beoni – è fondamentale evitare il rischio di istituzionalizzazione. Scongiurare, cioè, – sottolinea la psichiatra – il ricovero in qualche struttura in cui la permanenza potrebbe diventare stabile”.
E’ entusiasta di rendere pubblico uno dei molti esempi di “ottima riuscita dei nostri obiettivi”. Traguardi che, nello specifico, si riferiscono ad paziente, entrato negli ‘anta’, che, da anni, ha dimenticato il disagio mentale e intrapreso la strada del lavoro, della socialità, del rapporto con chi è estraneo a queste patologie..
“Questa persona – ricorda la dottoressa Anna Maria Beoni – dopo essersi laureata, è precipitata nella schizofrenia. Numerosi ricoveri, lunghi periodi in Comunità terapeutiche, a cui è seguito il passaggio nei gruppi appartamenti assistiti da educatori e infermieri.”
Nella estenuante altalena di ‘soggiorni’ scomodi e obbligati è sempre stato sorretto dagli amici, veri amici, premurosi e preoccupati di salvaguardare la voglia di vivere mai sopita del loro sfortunato amico. Da anni, ormai, vive da solo, in un bilocale, lavora in una Cooperativa sociale, una fra quelle che lo hanno impegnato nel suo periodo buio. In una parola: l’ex cittadino sottoposto a continui ricoveri si è riappropriato della sua dignità di persona autonoma, in grado di autogestirsi con grande determinazione.
“Gli specialisti del Dipartimento di salute mentale hanno svolto un ruolo fondamentale nella riabilitazione – sottolinea la psichiatra direttore della Struttura di via Saint Martin de Corléans -. Questi incredibili e incentivanti risultati sono stati raggiunti, in ogni caso, anche attraverso l’incessante e ammirevole collaborazione dei suoi amici. Un vero esempio – conferma – di come la compagnia di persone affidabili amplifichi la positività e, quindi, la speranza di un futuro brillante”. Si premura di puntualizzare: “Continua ad assumere le terapie, per una normale prevenzione. Con lo stesso criterio con cui si prevengono altre patologie”.-
In Valle d’Aosta sono molte le aspettative per un domani in cui la malattia mentale venga valutata come patologia a cui garantire un insieme di sostegni di notevole valore. Un nucleo di addetti ai lavori in grado di recepire le soluzioni terapeutiche degli psichiatri e adattarle alle singole situazioni.
Non è un caso che la dottoressa Anna Maria Beoni si sbilanci nell’affermare: “Molti altri giovani sono in fase di riabilitazione avanzata. E’ fondamentale la precocità dell’intervento terapeutico”, conclude.