La prima vera farmacia dei servizi nasce in Umbria, a Terni, nel 2011 e dal 2014 è operativa grazie alla collaborazione di un infermiere. Obiettivo: essere un punto di riferimento per le esigenze di salute della popolazione e dare una risposta concreta ai principi di decentramento e di offerta di salute capillare sul territorio. Oggi è un esempio di vera multi-professionalità, anche grazie alla collaborazione dei medici di famiglia ed è, dall’Umbria, un modello per tutte le Regioni italiane e un punto di riferimento sicuro sul territorio per i cittadini.
Nel Lazio, l’infermiere di famiglia e comunità è nelle scuole, nelle strutture anti-Covid già a partire dall’università, opera secondo il Chronic Care Model e con meccanismi di Case Management per un’assistenza territoriale diffusa e monitora i reali bisogni della popolazione per assicurare al servizio la massima efficienza.
Ma lotta anche contro il dolore con le cure palliative – a rilento in molte regioni – per garantire la migliore qualità di vita per il paziente e per la sua famiglia.
E grazie all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma cura a casa i piccoli pazienti oncoematologici con un meccanismo di ospedalizzazione domiciliare che finora ha consentito di assistere 900 pazienti e ridurre più di 10mila accessi in ospedale, risultato vincente durante la pandemia per garantire l’assistenza.
Il Congresso itinerante della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) fa la sua quinta tappa in Umbria e Lazio.
Un congresso speciale anti-Covid, senza assembramenti, ma con i componenti del Comitato centrale della Federazione in un viaggio con varie tappe che si concluderanno il prossimo 12 maggio – giornata internazionale dell’infermiere 2022 – in Sicilia, limitando nel loro percorso al massimo e secondo le normative Covid gli assembramenti, verificando l’assenza di contagi e presentando in ogni occasione le buone pratiche e le eccellenze della professione infermieristica che, soprattutto sul territorio, hanno consentito di affrontare l’assistenza, anche durante la pandemia, rimanendo sempre vicini ai cittadini e con l’unico obiettivo di soddisfare tutti i diversi bisogni di salute anche durante l’emergenza Covid.
Ovviamente non mancherà il confronto con le istituzioni: oltre a numerosi esponenti della politica locale che hanno garantito la loro presenza ad Acquasparta (Terni) e a Fossanova (Latina) in Umbria e nel Lazio saranno presenti gli assessori regionali alla Sanità Luca Coletto (Umbria) e Alessio D’Amato (Lazio).
Nelle due Regioni della quinta tappa del Congresso, la carenza di infermieri secondo le stime FNOPI sfiora le 7mila unità nel Lazio e le mille in Umbria e dal 2009 al 2019 si sono persi nel Lazio – Regione sotto piano di rientro e quindi con ogni possibilità di assunzione o reintegro bloccata – il 13,5% di infermieri e in Umbria, senza piani di rientro, solo l’1 per cento.
Ma gli esempi virtuosi di professionalità degli infermieri sono comunque indiscussi e sei di loro saranno premiati dalla Federazione durante la tappa del Congresso.
La farmacia dei servizi di Terni, ormai attiva da otto anni con risultati più che consolidati, la realtà di Terni dell’infermiere in farmacia può di sicuro essere presa come modello di riferimento per esportare nel resto del territorio italiano una soluzione che integra il lavoro di vari professionisti capaci di soddisfare i sempre più complessi bisogni di salute della popolazione.
A Frosinone è previsto l’inserimento degli studenti di infermieristica del terzo anno e laureandi nelle equipe Anti-Covid previste nelle scuole di primo grado, come tirocinio clinico formativo in affiancamento al personale infermieristico scolastico previsto: per coadiuvare il personale nell’attuazione delle misure di prevenzione e controllo dell’infezione di virus SARS-CoV-2 nelle scuole e servizi educativi.
Nell’Asl Roma 6 (da Anzio ai Castelli romani), l’infermiere di famiglia e comunità prende in carico la popolazione più fragile affetta da patologie croniche: BPCO-Scompenso Cardiaco-Patologia diabetica- ipertensione. Lo fa in collaborazione con i medici di famiglia e l’intervento in un anno ha migliorato la qualità di vita delle persone, favorito l’aderenza terapeutica, si è registrata una riduzione degli accessi impropri al PS (rispetto all’anno precedente), l’utilizzo appropriato dei servizi sanitari, ridotto attraverso l’approccio del self-management potenziali situazioni di rischio.
A Latina è stato introdotto un sistema per valutare il livello di complessità del paziente alla presa in carico infermieristica in ambito palliativo per poter distribuire al meglio i carichi di lavoro rapportati alle specifiche necessità assistenziali.
All’Asl Roma 4, che va da Nord- Est, ai confini di Roma, fino ad Ovest, ai margini costieri della provincia di Viterbo, sono state studiate le situazioni di cronicità per la migliore presa in carico delle persone. Per i programmi di educazione sanitaria i risultato sono del 100% di successo sulle persone coinvolte, in un anno gli accessi impropri al pronto soccorso – sempre per le persone assistite dall’infermiere di famiglia e comunità – si sono ridotti del 50% così come i ricoveri, le giornate di degenza. E sono migliorati gli indicatori della qualità di vita e quelli relativi ad ansia e depressione.
All’ospedale Bambino Gesù di Roma, l’ospedalizzazione domiciliare (OD) dei bimbi oncoematologici ha permesso di allargare le offerte di cura dell’Ospedale portando la qualità dell’assistenza della struttura direttamente al domicilio, con vantaggi positivi per piccoli pazienti e i loro genitori. Il progetto prevede: due medici che verificano quali pazienti possano partecipare all’OD; un coordinatore infermieristico che coordina le unità infermieristiche e pianifica tutte le attività, gli infermieri che mettono in atto le attività pianificate.