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REGIONI in ROSSO, ma la gente se ne frega. Assembramenti e saracinesche chiuse

Chi vive nelle maggiori città italiane, in questi giorni molto caldi, pensate che al Nord Italia ci sono anche 30°C come dovrebbe essere in piena estate, ci si è pian piano resi conto che la gente non rispetta le regole come avveniva sino a circa un mesetto fa.

Milano, il caldo è eccessivo. La gente è per strada, anche perché vari condomini hanno i termosifoni accesi.

Soffre esageratamente la Lombardia, regione che si è sempre distinta per efficienza, ma che da un anno, con la sua capitale economica Milano, è tra le regine italiane di inefficienza. In Lombardia, da dove vi scrivo, si contano più morti pro capite, maggiori contagi. Or ora è stato avviato un piano vaccinale promettente, ma nel frattempo c’è il rischio che gli sforzi di alcune categorie siano vane.

Un grave danno è a carico delle attività ricettive e tutto ciò che sta attorno. Tutto ciò avrebbe dato ossigeno ai cittadini ed evitato incontrollabili assembramenti. E non è colpa delle autorità se ci sono gli assembramenti, ma la psiche delle persone è giunta al limite, specie nei giovani, ma non sono solo a non riuscire a gestire questa situazione.

Ne sta patendo molto la salute mentale di tutti, poi c’è quella fisica (forse la più grave) in quanto c’è scarsa possibilità di fare moto, utilissimo a quelle categorie che dovrebbero fare tutti i giorni la sana passeggiata come i cardiopatici, i diabetici, ma non solo.

La sana vita non la fa più quasi nessuno.

Non è colpa di qualcuno se c’è la pandemia, ma quell’arcobaleno di colori che innesca limitazioni è sempre più aggirato dove è possibile. In questo istante i parchi delle maggiori città sono affollati di gente che cerca di sopravvivere. Noi non condanniamo nessuno, non è una critica quella che scriviamo in questo spazio.

Vogliamo evidenziare come la tutela della salute mentale e del movimento è compromessa da un anno. Di questa, non è di certo il giretto attorno a casa con la museruola anche se non c’è anima viva in giro a mantenerla.

Anche i criteri dell’utilizzo della mascherina sono discutili scientificamente in certi ambiti. Ma attenzione, la mascherina serve, anzi, è indispensabile, ma anche qui serviva un vademecum chiaro e senza i battibecchi degli esperti, i quali dovrebbero scontrarsi in sedi private e non nei salotti televisivi.

La scienza dice che ci salveranno i vaccini, anche se a contorno vari esperti, ormai prime donne, diffondono confusione. Sono necessarie univoche linee: i vaccini servono, sono necessari.

Or ora sta per iniziare, finalmente un programma di vaccinazione di massa che si sta concretizzando grazie alle nuove forze in campo. Ma ci chiediamo, nei prossimi mesi gli italiani manterranno un comportamento come è avvenuto nel 2020. La risposta è negativa, questo ci esporrà moltissimo ai contagi, e forse lo sforzo per le vaccinazioni dovrebbe essere raddoppiato.

Il nostro Pianeta, con le maggiori potenze economiche, intende conquistare il vicino universo, ha speso cifre indefinibili in guerre che poi non hanno portato la pace. Le pandemie sono guerre, e sono necessarie azioni molto forti.

Tuttavia, all’estero la situazione è anche peggiore rispetto all’Italia. In Francia c’è un severo lockdown, in altri Paesi i divieti si pagano non con sanzioni civili, ma anche con l’arresto o con la perdita dei diritti sanitari, o altro. Viviamo un gran problema.

Torniamo al tema saracinesche chiuse. Come dice anche il dottor Bassetti nell’intervista video, la chiusura dei locali, dove le persone avrebbero potuto trovare un ambiente di sfogo al disagio più ordinato, è un errore che per altro non è sanabile con i danari che verranno dallo Stato. Sapete quanto riceverà chi ha avuto delle perdite? Una cifra irrisoria. Nel frattempo, perdiamo non solo i nostri cari, ma parecchie attività storiche.

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