“In questo momento la pressione in tutta Italia sugli ospedali è terribile: solo in un mese si sono contagiati in 27.000 contagiati tra medici e infermieri, 900 al giorno, se continua questa pressione non solo rende impossibile curare i pazienti ma sguarnisce la prima linea”. Quindi “è assolutamente necessario limitare al massimo la mobilità e fare solo le cose che veramente servono, tutto il resto per il prossimo mese deve essere assolutamente limitato”. Lo ha detto Walter Ricciardi, professore di Igiene dell’Università Cattolica e consulente del ministero della Salute, durante la trasmissione Agorà, su Rai 3.
“Le misure stanno funzionando perché sono in funzione delle diverse situazioni epidemiologiche” ma “dobbiamo perseverare”, ha detto poi Ricciardi, sottolineando che “abbiamo invertito l’aumento, ci aspettiamo ora l’appiattimento” della curva, ma solo “quando ci sarà una vera e propria diminuzione dei casi, potremo parlare di riaperture o ritorno a una situazione di maggiore normalità”. “Quello che è veramente preoccupante”, ha precisato Ricciardi, “è un aumento importante dei ricoveri in pronto soccorso e in terapia subintensiva, e i morti: quelli sono i dati principali che dobbiamo guardare e che ancora mostrano che dobbiamo almeno per un mese essere tranquilli, razionali e lucidi e sapere che dobbiamo affrontare tutto questo”. In Italia oggi, ha precisato, “non siamo in una seconda ondata ma in seconda fase della prima ondata perché, a differenza della Cina, non abbiamo mai azzerato i contagi”. Sui 21 indicatori per il monitoraggio della situazione regionale afferma: “tutto è migliorabile, è una guerra e le armi vanno adattate”. Quello sui cui dobbiamo investire è ora “un testing e tracciamento aggressivissimo per limitare i focolai e un lockdown quando perdiamo il controllo”.
“Dobbiamo aspettare che le aziende presentino ufficialmente i dati all’Ema e alla Fda e i loro dati spero siano confermati dall’autorizzazione ufficiale”. Ma “non c’è dubbio che il vaccino contro il Covid sarà valutato come tutti i vaccini nel passato, in primis per sicurezza e poi per la capacità protettiva”, ha aggiunto Ricciardi. Per la catena di distribuzione, “le regioni sceglieranno, a seconda di dimensioni e logistica, la via migliore. Quelle più piccole potrebbero prevedere un unico hub e poi le strutture dove si vaccina, per quelle più grandi saranno di più. Ma l’Italia ha tutta la capacità di fare bene questo piano di distribuzione”.
Fonte Ansa.it