Sprecati 400 miliardi di euro all’anno in sanità: l’Unione Europea propone la resilienza come soluzione.
Dalle statistiche dell’Unione Europea un quinto della spesa sanitaria del 2018 è risultata inefficiente: più di 37 milioni di ricoveri non erano necessari e i costi si sono abbattuti sull’interno sistema limitando così ricerca ed innovazione. Volendo risalire alla radice di questo fenomeno, la Commissione Europea ha individuato il punto cruciale dell’intera situazione nella mancanza di consapevolezza della popolazione rispetto alla propria malattia. Da ciò è stata proposta come possibile soluzione la resilienza.
La resilienza, in psicologia, è la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Applicato al mondo sanitario, si può anche definire come l’assunzione delle responsabilità correlate alla propria salute, ovvero il diritto di scelta libera e consapevole rispetto alle terapie o allo stile di vita che si vuole condurre.
In essa è stata vista una risoluzione perché se ogni paziente viene informato rispetto alle possibili terapie e poi sceglie liberamente cosa fare del suo corpo, una volta dimesso da un ricovero sa cosa fare, poiché l’ha scelto, e ciò significa guadagnare da un ricovero e non sprecarlo.
Ugualmente una maggiore informazione e accompagnamento alla scelta in merito agli stili di vita, ridurrebbe quel 20% di persone fumatrici, quel 38% di adolescenti che praticano binge-drinking e quel 17% di persone obese in Europa, risparmiando così in spese mediche e guadagnando in qualità nella vita di molte persone.
Ciò per il mondo sanitario significherebbe svilupparsi in più aree professionali e ridurre il guarire per cominciare ad educare. Infatti, attraverso l’educazione professionale si può fare questo: restituire alle persone la loro salute e all’economia finanziamenti per la ricerca tramite un sistema virtuoso e vincente.