Un test genetico potrà stabilire la risposta dei malati di tumore all’immunoterapia, aprendo così la strada a migliori possibilità di cura, più personalizzate. E’ infatti da alcuni geni che dipende l’efficacia o meno di questa terapia. Il risultato è descritto sulla rivista Immunity da Davide Bedognetti, dell’Università di Genova e Direttore del Cancer Program del Sidra Medicine di Doha, in collaborazione con l’università della California di San Francisco.
Attualmente le immunoterapie falliscono nel 60-80% dei casi, e in alcuni pazienti sono addirittura dannose, perchè stimolano pericolose reazioni autoimmuni. I ricercatori in questo caso hanno scoperto che è nel Dna dei pazienti che si nasconde la chiave per far funzionare bene i farmaci immunoterapici, che risvegliano il sistema immunitario contro il tumore.
Analizzando quasi 11 milioni di varianti geniche, su oltre 9.000 pazienti con 30 diversi tipi di cancro, hanno infatti individuato dei geni che regolano il sistema immunitario e stabiliscono quali pazienti risponderanno meglio agli immunoterapici e quali no. Si tratta di 20 regioni del Dna con questo effetto immunoregolatorio, tra cui quelle che controllano la via dell’interferone, un meccanismo che viene attivato anche durante la risposta antivirale e in alcune malattie autoimmuni, come il diabete di tipo 1.
Bedognetti ha visto in particolare che alcuni pazienti hanno dei geni per proteine del sistema immunitario che equipaggiano il paziente con un bagaglio di armi antitumore, favorendo l’azione anticancro spontanea delle difese immunitarie. Altri invece hanno dei geni che non favoriscono la lotta al tumore da parte del loro sistema immunitario. Il prossimo passo sarà mettere a punto dei test genetici per prevedere chi risponderà alle immunoterapie, in modo da personalizzare le cure e sviluppare farmaci immunoterapici ad hoc per chi non risponde alle cure.
Fonte Ansa.it