Le case farmaceutiche che detengono i brevetti degli antiretrovirali hanno profitti enormi per l’alto costo dei farmaci e poco interesse a finanziare la ricerca per terapie più semplici. Uno studio testato semplifica, con ottimi risultati, la terapia
“Due farmaci anziché i tre soliti della terapia antiretrovirale utilizzata per tenere sotto controllo il virus Hiv. Con risultati paragonabili tra le due terapie in termini di efficacia, meno effetti collaterali e anche costi più bassi per i sistemi sanitari”, così Elvira Naselli per La Repubblica Salute. “Un risultato presentato con lo studio Gemini ad Amsterdam al convegno mondiale Aids2018, che si è appena concluso. E che potrebbe cambiare le linee guida, anche se ci vorrà tempo prima che i risultati dello studio si traducano in pratica clinica.
Lo studio ha arruolato in tutto il mondo 1400 pazienti mai trattati, dividendoli in due gruppi randomizzati e con placebo, quindi né i pazienti né i medici sapevano chi prendeva la terapia a due e chi quella a tre. L’ Italia ha partecipato a Gemini con una quarantina di pazienti, con l’ ospedale Spallanzani di Roma.
E veniamo ai risultati, dopo 24 settimane di trattamento. ‘Abbiamo avuto una differenza di poco meno del 2%’ – spiega Andrea Antinori, direttore Malattie Infettive dello Spallanzani e uno dei tre coordinatori dello studio – ‘perché i due farmaci utilizzati, il generico lamivudina e il dolutegravir, hanno caratteristiche di potenza e barriera genetica, cioè di controllo del virus, che li rendono ideali per la terapia a due. E poi, nonostante il costo elevato del secondo, essendo il primo un generico in realtà complessivamente il trattamento è più economico della terapia triplice’ .
Il Gemini non è il primo studio che indaga l’ efficacia di quella che si chiama terapia duale. Ma è il primo che la indaga su pazienti mai trattati. ‘Con pochi fallimenti virologici e senza che i pazienti abbiamo sviluppato resistenze – continua Antinori – motivo per cui credo che sia ipotizzabile rivedere le linee guida’. E anche cominciare il trattamento con la terapia studiata da Gemini.
Un bel vantaggio per pazienti che non solo devono seguire la terapia a vita ma spesso hanno comorbilità e devono quindi assumere farmaci per altre patologie». E in un prossimo futuro si avrà probabilmente la combinazione dei due farmaci in una unica pillola, cosa che renderà l’ adesione alla terapia certamente più facile.
Non bisogna dimenticare che – nonostante si parli poco di Aids e Hiv – l’ anno scorso sono morte 940.000 persone. E oltre 18 milioni aspettano ancora di essere trattati, mentre ogni anno bisogna fare i conti con le nuove infezioni. Per non parlare del grande buco nero delle popolazioni chiave: detenuti, tossicodipendenti per via iniettiva, lavoratori del sesso e Lgbt.”