avvocatoinprimafila il metodo apf

Shopping compulsivo, prime linee guida per disturbo

(ANSA) – ROMA, 10 MAG – Se comprare, spesso qualunque cosa
capiti, vi fa sentire meglio ma questa sensazione di benessere
e’ di breve duratura perché subentrano forti sentimenti di
vergogna, senso di colpa e imbarazzo, siete probabilmente ‘vittime’ della sindrome da shopping o shopping compulsivo. Il
fenomeno degli acquisti eccessivi o incontrollati in forma seria è descritto in ambito clinico da più di un secolo, ma ad oggi
non esiste una diagnosi formalmente accettata per il disturbo,
nonostante sia un problema altamente diffuso, invalidante e in
crescita che contribuisce al consumo eccessivo e ai debiti. Un “punto di svolta” per la ricerca in quest’area, che può fornire
un trampolino di lancio per trattamenti e migliori processi
diagnostici in futuro, potrebbe essere dato da un nuovo studio
guidato dalla Flinders University, pubblicato sul Journal of
Behavioral Addictions. Per la prima volta, infatti, esperti
internazionali di psicologia hanno costruito ‘un’ossatura’ per
diagnosticare il disturbo da shopping compulsivo, un aiuto
promettente per le persone che faticano a gestire il proprio
comportamento di spesa. Le nuove linee guida, confermano che
acquisti compulsivi ed eccessivi possono essere così gravi da
costituire un disturbo, offrendo a ricercatori e medici nuove
opportunità per sviluppare interventi più mirati per questa
condizione debilitante.
    “In oltre 20 anni, da quando ho iniziato a indagare sugli
acquisti eccessivi- evidenzia il professor Mike Kyrios, che ha
guidato lo studio- c’è stata un’assenza di criteri diagnostici
comunemente concordati che ha ostacolato la gravità percepita
del problema, così come gli sforzi di fare ricerca e di
conseguenza lo sviluppo di trattamenti basati sull’evidenza”.
    Ciò sarà ora possibile secondo l’esperto con i principali
esperti mondiali che concordano i criteri diagnostici per il
disturbo. Nello studio, sono stati consultati 138 esperti
internazionali (ricercatori e medici) di 35 paesi per sviluppare
un consenso sui criteri diagnostici proposti. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

Exit mobile version