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Sono in calo ma ancora troppi i cesarei, 32,8% dei parti

Scende ma resta alto, intorno al 32,8% dei parti, il ricorso al cesareo in Italia. Percentuale che sale al 34,3% tra le donne italiane mentre scende al 27,6% tra le straniere. Continua il calo delle nascite e l’età media delle donne che partoriscono sfiora i 33 anni. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto Certificato di assistenza al parto (CeDAP) in Italia, relativo ai dati del 2017 e pubblicato sul sito del Ministero della Salute .

Nel corso del 2017 prosegue il calo delle nascite, in tutte le aree del Paese, con 461.284 nuovi nati a fronte dei 474.925 del 2016. “Le cittadine straniere – spiega il rapporto – hanno finora compensato questo squilibrio strutturale; negli ultimi anni si nota, tuttavia, una diminuzione della fecondità delle donne straniere. Il tasso di natalità varia da 6,1 nati per mille in Liguria e Sardegna al 10,2 di Bolzano rispetto ad una media nazionale del 7,6 per mille”. L’ 89,5% dei parti, nel 2017, è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati, il 10,4% nelle case di cura e solo lo 0,1% altrove, ovvero a casa. Nel 2017, il 21% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana mentre l’età media della madre è di 32,9 anni per le italiane e scende a 30,4 anni per le straniere.

I parti cesarei sono il 32,8% del totale dei parti, in calo rispetto al 33,7%, del 2016 ma ancora troppi rispetto alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. A pesare sono soprattutto quelli effettuati nelle case di cura accreditate, dove il cesareo arriva a rappresentare quasi la metà del totale delle nascite (49,6%) contro il 30,9% negli ospedali pubblici. Circa il 15% delle donne ha avuto uno o due aborti spontanei prima del parto e sono stati rilevati 1.317 nati morti corrispondenti ad un tasso di natimortalità, di 2,86 nati ogni 1.000 nati. “Negli ultimi 10 anni – si legge – tale tasso ha continuato a diminuire, anche se negli anni più recenti si assiste ad un rallentamento di questo trend. Permangono, inoltre, notevoli differenze territoriali”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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