(ANSA) – PALERMO, 24 MAG – La Fondazione Mediterranea “G.B.
Morgagni” che opera nel settore della ricerca per lo sviluppo
delle tecnologie in medicina e chirurgia, ha pubblicato sulla
rivista “International Journal of Obesity”, un importante studio
sull’ormone grelina, che ha modificato alcuni risultati già
riportati nella letteratura scientifica internazionale
sull’obesità. L’ormone grelina, che stimola il senso di fame, è
presente nel fondo dello stomaco umano e nelle cellule del
pancreas ed è strategico per combattere questa disfunzione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità un italiano su 10
è obeso; negli ultimi trent’anni, l’incidenza del sovrappeso ha
visto un aumento del 30%, mentre l’obesità, con i suoi tre
gradi, è schizzata al 60%. Un campanello d’allarme sul sistema
sanitario nazionale, con un costo che oscilla tra il 4 ed il 10
%, se si pensa che la condizione di obesità accresce anche le
possibilità che le malattie infettive portino a gravi
conseguenze.
I risultati della ricerca provano che il numero e la densità
delle cellule che secernono l’ormone grelina nel fondo gastrico
(parte dello stomaco) non aumentano nei pazienti obesi. “Il
nostro dato – spiega il prof. Castorina – è avvalorato dal
fatto che nello studio è stato coinvolto un elevato numero di
pazienti con obesità grave, quarantanove, superiore a quelli
coinvolti in altri studi dello stesso tipo. Inoltre, abbiamo
dimostrato una iperplasia delle fibre muscolari lisce (cioè
involontarie), mai descritta nello stomaco dei pazienti obesi.
Infine, con il nostro studio certifichiamo che le cellule che
secernono grelina, pur non aumentando in numero, risultano
iperattive, cioè secernono più ormone attivo”. (ANSA).
Fonte Ansa.it