(ANSA) – MILANO, 25 MAR – Con l’arrivo della primavera tornano le allergie respiratorie. Ma rispetto alla pandemia, c’è una buona notizia: i soggetti allergici “si sono dimostrati essere meno sensibili all’infezione da SarsCov2”. Lo spiegano Giorgio Walter Canonica, dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano), e Assosalute. Questo perché, osserva Canonica, “il meccanismo immunologico che determina l’allergia ha un effetto di diminuzione dei recettori per il coronavirus sulle cellule delle mucose respiratorie. Ciò però non implica una conseguente esenzione dall’uso della mascherina e altre misure di protezione dal virus per chi soffre di rinite allergica”.
Anzi, l’uso delle mascherine si è dimostrato efficace “come barriera meccanica per una minore inalazione di pollini, e quindi a un minor fastidio per i soggetti allergici all’aperto”.
Inoltre, le restrizioni imposte con forme differenziali di lockdown hanno segnato un abbassamento dei livelli di inquinamento, “un fattore positivo per chi soffre di allergie respiratorie, anche se potrebbe essere soltanto una situazione temporanea”, sottolinea.
Tuttavia, trascorrendo più tempo in casa a causa delle restrizioni, è aumentata l’esposizione a polveri, umidità, e agli allergeni in ambiente domestico, quali acari o certe muffe.
“Negli ultimi anni – prosegue – abbiamo osservato un incremento delle allergie al chiuso, in parte ascrivibile alla convivenza con alcuni animali domestici che possono indurre alla rinite allergica”. Il consiglio è di continuare con la terapia anti-allergica anche durante la pandemia – conclude – consultando il medico se oltre ai sintomi allergici tipici, si presentassero anche febbre, tosse secca, difficoltà respiratorie, fatica, e perdita del gusto e dell’olfatto, per valutare una possibile infezione da SarsCov2″. (ANSA).
Fonte Ansa.it