Nove pazienti su dieci, fra coloro che non hanno più lo stomaco per colpa di un tumore gastrico, possono avere una glicemia troppo “ballerina”. A dirlo sono i dati preliminari del primo studio italiano che indaga sulla prevalenza della variabilità glicemica in chi ha subito la gastrectomia parziale o totale dopo un tumore allo stomaco, che suggeriscono che in futuro sarà necessario prevedere l’erogazione dei sensori glicemici anche per questi pazienti, oltre che per i diabetici.
Gli obiettivi e i risultati preliminari della ricerca, promossa dalla Società italiana di nutrizione clinica e metabolismo (Sinuc) in collaborazione con il Gruppo italiano di ricerca sul cancro gastrico (Gircg) e l’associazione ‘Vivere senza stomaco, si può’ onlus, sono presentati oggi in occasione del 4° Seminario di studi sulla nutrizione nei gastroresecati “Alimentazione e nutrizione nel paziente con tumore allo stomaco: capire bene per curarsi meglio”, organizzato dalla stessa associazione.
Gli sbalzi glicemici eccessivi sono pericolosi per la salute ed è necessario tenerli sotto controllo per prevenire ipoglicemie che potrebbero provocare coma e ricoveri. Gli italiani che non hanno più lo stomaco a seguito di un tumore gastrico sono circa 80.000 e finora non si sapeva quanto fosse diffusa la ‘dumping syndrome’, un disturbo che compare da pochi minuti a 3 ore dopo aver mangiato perché il cibo raggiunge troppo velocemente l’intestino tenue. Questo passaggio così rapido può determinare, specie se il cibo ingerito contiene zuccheri, un’ampia varietà di sintomi come dolore e distensione addominale, nausea, vomito, diarrea, debolezza, vertigini, sudorazione, vampate di calore e talvolta sincopi.
Nello studio sono stati coinvolti 322 pazienti iscritti all’Associazione ‘Vivere senza stomaco, si può’ e dalla prima fase osservazionale, appena conclusa, “è emerso che ben 286, pari all’89% del totale, hanno sintomi che potrebbero essere compatibili con oscillazioni consistenti della glicemia dopo i pasti”, spiega Maurizio Muscaritoli, presidente Sinuc.
I dati “sottolineano una volta di più la necessità di prevedere di garantire anche” a chi ha avuto un intervento di gastroresecazione “l’accesso ai sensori per il monitoraggio della glicemia, indispensabili per scongiurare il rischio concreto di coma e di ricovero ospedaliero a seguito di un’eventuale ipoglicemia grave – spiega Claudia Santangelo, presidente di “Vivere senza Stomaco, si può” – Questi dispositivi a oggi saranno erogati gratuitamente soltanto in Emilia-Romagna, un esempio virtuoso che in futuro dovrebbe essere seguito da tutte le Regioni”.
Fonte Ansa.it