– In Europa i decessi per tumore al colon sono cresciuti dell’11,9%. E’ la stima degli effetti dei ritardi covid-dipendenti nei programmi di screening per la prevenzione del cancro del colon-retto resa nota in occasione della settimana della United European Gastroenterology (UEG Week Virtual 2020) e frutto di uno studio dell’Università di Bologna.
Il cancro del colon-retto è il secondo big-killer in Europa tra le malattie oncologiche: si contano 375.000 nuove diagnosi ogni anno in Unione Europea e 170.000 vittime del tumore. “La diagnosi precoce del tumore – spiega l’autore del lavoro Luigi Ricciardiello – è cruciale perché lo rende più facile da trattare e quindi migliora l’esito clinico della malattia”. “E’ perciò essenziale che i programmi di screening preventivo continuino – aggiunge l’esperto – aiutando a prevenire ulteriori aumenti della mortalità”. Gli esperti hanno usato un modello matematico per fare previsioni sugli effetti clinici dei ritardi indotti dall’emergenza covid, che ha influenzato negativamente tutte le prestazioni sanitarie ordinarie. Si vede che un ritardo nello screening di moderata entità (7-12 mesi) e uno più ampio (superiore a un anno) portano a un aumento del 3% e 7% rispettivamente delle diagnosi tardive di tumore. Basandosi sui tassi di sopravvivenza a 5 anni in caso di diagnosi già in fase avanzata, gli autori hanno calcolato un aumento significativo dell’11,9% dei decessi per un ritardo di screening superiore a 12 mesi.
“A livello globale – spiega l’esperto – i sistemi sanitari stanno fronteggiando forti difficoltà a causa del COVID-19. Le autorità sanitarie – conclude Ricciardiello – devono agire con urgenza per riorganizzare le attività durante il COVID-19, senza compromettere la diagnosi di altre malattie ad alto impatto”.
Fonte Ansa.it