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Tumore pancreas in crescita, 14 mila nuovi casi nel 2020

(ANSA) – ROMA, 10 APR – Sono in crescita i tumori del
pancreas: oltre 14 mila nuove diagnosi nel 2020, un incremento
superiore al 3% dal 2016. Questo tumore è fra i più ‘difficili’
da trattare: a causa di sintomi inizialmente silenziosi spesso
si arriva tardi alla diagnosi con implicazioni importanti sulla
cura, tanto che solo 1 paziente su 5 può essere sottoposto a
chirurgia a scopo curativo. Per prevenirne l’insorgenza occorre
conoscerne i punti deboli: scorretti stili di vita, fumo, dieta
ipercalorica, alcool, sedentarietà e obesità. A informare sul
tumore del pancreas è il nuovo Quaderno di Fondazione Aiom e
Ropi (Rete Oncologica Pazienti Italia), che sarà presentato con
un webinar il 12 aprile ed è già scaricabile gratuitamente.
    Nel 5-6 per cento dei casi conta anche la componente
genetica: le mutazioni dei geni Brca1 o 2, già noti per i tumori
del seno e dell’ovaio, possono infatti stimolarne l’insorgenza.
    Proprio i tumori metastatici del pancreas in pazienti portatori
di mutazione Brca possono oggi essere intercettabili grazie a un
test genetico: basta un semplice esame del sangue da eseguire in
centri dedicati. Il test è indicato sia per persone ad alto
rischio e con familiarità (ed estendibile, in caso di
positività, anche ai familiari) sia a pazienti con malattia
localmente avanzata o metastatica. “Il tumore del pancreas –
spiega la presidente di Fondazione Aiom e di Ropi, Stefania Gori
– è difficile da diagnosticare precocemente a causa di sintomi
poco specifici o sottovalutati, come perdita di peso e di
appetito, colorito giallastro, dolori all’addome superiore e/o
alla schiena, debolezza nausea e vomito con un impatto negativo
sulla possibilità di cura. Oggi un test genetico permette di
evidenziare la eventuale presenza nel sangue di mutazioni Brca.
    Questi pazienti possono essere eventualmente trattati, dopo una
chemioterapia di prima linea contenente platino, con nuovi
farmaci, i Parp-inibitori, in grado di controllare anche molto a
lungo la malattia e migliorare la sopravvivenza”. Tutti i
pazienti con i geni Brca ‘mutati’ hanno anche un’associazione
specifica cui fare riferimento: Abracadabra Onlus. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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