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Tumori: in Ue guariscono metà donne e 40% uomini

(ANSA) – ROMA, 28 SET – La metà delle donne (51%) e quasi il 40% degli uomini europei guariscono dal tumore. È quanto emerge da uno studio pubblicato su ‘International Journal of Epidemiology’, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità e Centro di riferimento oncologico di Aviano (Pordenone), condotto su dati del programma Eurocare su 32 tipi di tumore: in meno di dieci anni le persone tornano ad avere un’attesa di vita simile a chi non si è ammalato per quanto riguarda in particolare modo i tumori a tiroide, testicolo, stomaco, colon retto, utero e per melanoma.
    I dati riguardano 7 milioni di pazienti raccolti in 17 Paesi Europei dal 1990 al 2007 e seguiti per almeno 18 anni.
    In particolare, in Europa, le persone che hanno avuto una diagnosi di tumore sono circa 25 milioni su una popolazione di 500 milioni di abitanti. Gli indicatori sono stati calcolati per la prima volta in modo sistematico a livello europeo per tipo di tumore, per sesso e per gruppi di età. “In 10 anni – commenta Luigino Dal Maso, epidemiologo del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e coordinatore dello studio – l’aumento della probabilità di guarire è stato di circa il 10% per la maggior parte dei tumori. Dopo 5 anni dalla diagnosi possono ritenersi guarite le persone a cui era stato diagnosticato un tumore del testicolo o della tiroide; dopo meno di 10 anni le persone con tumori dello stomaco, del colon retto, dell’endometrio e il melanoma. La maggior parte delle persone con tumori della prostata o della mammella necessiterà di oltre 10 anni perché la loro attesa di vita raggiunga quella di chi non ha avuto un tumore”. I risultati dello studio, pubblicati sulla prestigiosa rivista International Journal of Epidemiology, “evidenziano che sono molti i tumori dai quali si può guarire, non solo essere curati”, aggiunge De Maso. “È ipotizzabile, inoltre – sottolinea Silvia Francisci, ricercatrice dell’Iss e corresponsabile dello studio – che le persone con diagnosi successive al 2007 abbiano una probabilità di guarire maggiore di quanto documentato da questa ricerca”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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