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Turni massacranti, stipendi da fame. Ormai i medici non aspettano nemmeno l’età della pensione, mollano tutto dalla sera alla mattina

La grande fuga dei medici svuota gli ospedali delle Ulss veneziane

medici che mollano

VENEZIA – C’è chi se ne va e chi non vede l’ora di andarsene. E. Basta turni massacranti, basta stipendi da fame. E soprattutto basta contenziosi continui con le assatanate agenzie specializzate in “malasanità”.

LE CIFRE
A decine se ne vanno da tutti gli ospedali del Veneto. Un male oscuro minaccia la categoria. Tant’è che tra il 2019 ed il 2021 ben 1.582 medici e 2.613 infermieri hanno dato le dimissioni. Una parte è stata reintegrata con nuove assunzioni, ma ci sono ancora 1.117 posti vuoti, da riempire con nuovi assunti. Peccato che i neolaureati non abbiano alcuna intenzione di farsi assumere nel pubblico. Del resto basta dare un’ occhiata al sondaggio condotto dalla Cimo, il sindacato degli ospedalieri, assieme alla Regione Veneto, si ricava che solo l’11,4% dei medici ospedalieri veneti, potendo scegliere, continuerebbe a lavorare in un ospedale pubblico.
Il 35,5% vorrebbe fuggire all’estero, il 22,5% sogna la pensione, il 16,4% preferirebbe lavorare in una struttura privata ed il 14,2% sta considerando la possibilità di dedicarsi alla libera professione. Addirittura, il 24,2% è pronto ad appendere il camice bianco al chiodo e scegliere un’altra professione. Insomma la categoria dei camici bianca è preda di un male oscuro, che sembra aver colpito vecchi e giovani dottori.

LE COOP E I FUGGITIVI
E così ci sono interi reparti ospedalieri costretti ad assicurare solo le prestazioni ambulatoriali, ricoveri zero. E tanti, per non dire tutti, i Pronto soccorso del Veneto, restano aperti solo “grazie” ai medici delle cooperative esterne, che arrivano a guadagnare 100 euro lordi all’ora contro i 40 di chi è assunto in pianta stabile.
«Bisogna fare l’impossibile per non far scappare quelli che ci sono” – riassume Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Venezia e segretario del Cimo, il sindacato dei medici ospedalieri. Perché il problema vero non è nemmeno quello dei medici che stanno scappando dagli ospedali – ma lo stesso succede per i medici di base – il dramma è che i neo laureati spesso scappano prima ancora di iniziare. Tant’è che ce n’è un buon 20 per cento fra quelli che stanno facendo i tre anni di specializzazione-tirocinio per diventare medici di famiglia, che abbandona prima di arrivare alla fine del percorso….continua a leggere

 

FONTE https://www.ilgazzettino.it/

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