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Tutti al sole, la salute migliora in estate

Uno studio dell’Università di Cambridge, pubblicato su Nature Communication, ha spiegato perché da ottobre in poi si accentuano dolori articolari, reumatismi e disturbi cardiovascolari che, invece, spariscono miracolosamente con la bella stagione

Il sole splende per tutti, la pioggia non cade su un solo tetto: gli antichi proverbi, in questo caso uno latino e l’altro africano, sembrano spiegare perfettamente perché pur vivendo in aree geografiche diverse, tutte le persone sono più vulnerabili a infezioni e malattie autoimmuni in alcuni periodi dell’anno.

A dirlo sono proprio i geni nel nostro Dna che, anche se differiscono da una popolazione all’altra, reagiscono allo stesso modo di fronte all’alternarsi delle stagioni.

Tra i quasi 23mila geni analizzati dai ricercatori dell’Università di Cambridge, oltre 5mila sono influenzabili dall’ambiente.

“In un certo senso è ovvio – spiega John Todd, direttore del Jdrf/Wellcome Trust Diabetes and Inflammation Laboratory – Si spiega perché così tanti disturbi, dalle malattie cardiache a quelle mentali, peggiorano nei mesi invernali, ma finora non si era capito fino a che punto questa influenza fosse importante”.

Ancora non è chiaro in che modo la risposta ambientale di alcuni geni riesca a indebolire o rafforzare le difese immunitarie, l’ipotesi è che possa essere influenzata dall’esposizione alla luce solare, la temperatura climatica e, più in generale, da un adattamento del ritmo circadiano (quello del sonno/veglia) i cui squilibri sono stati associati a un peggiore stato di salute generale in numerosi studi.

A suscitare l’interesse dei ricercatori è stato un gene in particolare, l’Arntl, cui precedenti studi sui topi hanno conferito un potenziale ruolo nello spegnere le infiammazioni.

Dall’analisi degli inglesi è emerso che questo gene è più attivo in estate, da qui l’ipotesi che possa proteggere dalle infezioni durante la bella stagione, e al contrario renderci più fragili in inverno, quando è meno attivo.

Anche se il meccanismo che governa questa variabilità non è ancora chiaro del tutto, tra le applicazioni della scoperta potrebbe esserci il trattamento tarato a misura di stagione di alcune malattie.

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