Le malattie croniche del fegato sono un’emergenza clinica e assistenziale sia a livello mondiale che nazionale, fra queste particolarmente grave è l’encefalopatia epatica, presente in almeno il 20% dei pazienti cirrotici. Nelle patologie del fegato emerge la necessità di una presa in carico per garantire un accesso uniforme alle cure, la corretta aderenza alla terapia fondamentale per prevenire le gravi complicanze e la formazione del medico di medicina generale e del caregiver. Ripensare l’organizzazione della gastroenterologia del territorio, sulla spinta di Agenas e del Ministero della Salute, è sicuramente un progetto virtuoso e un punto di partenza che coinvolge tutti gli attori del servizio sanitario nazionale e le associazioni dei pazienti per garantire gli obiettivi fondamentali già elencati. La Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) e la Federazione italiana Società Malattie Apparato Digerente (Fismad) sono in prima fila in questo progetto.
Di questo si è parlato nel corso dell’evento “Il percorso ad ostacoli del malato di fegato. Focus on encefalopatia epatica” organizzato da Motore Sanità con la sponsorizzazione non condizionante di ALFASIGMA e INTERCEPT PHARMACEUTICALS, evento che ha portato all’attenzione delle istituzioni la necessità di un impegno per non fare mancare nei Piani regionali per l’assistenza alla cronicità la giusta attenzione per questi pazienti. Questa attenzione deve partire dal disegno di Pdta regionali, focalizzati sulla gestione delle singole complicanze ma dove sia ben chiara e dettagliata la presa in carico del paziente, tra medicina ospedaliera e territoriale, garantendo gli obiettivi fondamentali.
All’apertura dei lavori Michela Rostan, deputata alla Camera, ha tenuto a sottolineare come, in questi ultimi anni, la sua attività di vicepresidente della Commissione sia stata indirizzata “verso la declinazione del principio dell’accessibilità a tutte le fasi che caratterizzano le patologie epatiche e che riguardano non solo i pazienti ma anche i loro familiari, in particolare per ciò che riguarda l’encefalopatia epatica che, purtroppo, prevede la necessità di ripetuti ricoveri”. “Dunque: accessibilità ai percorsi e agli screening di prevenzione per la più ampia fascia di popolazione a rischio; accessibilità alle nuove terapie che consentono una maggiore prospettiva di vita e, soprattutto, una migliore qualità della vita; accessibilità a nuovi percorsi che prevedano la presa in carico dei pazienti con problematiche di particolare gravità in una visione complessiva grazie al supporto della digitalizzazione e dei big data sanitari; accessibilità dei familiari e dei care-giver al contatto diretto con i sanitari che seguono il paziente per trovare in tempi sostenibili il supporto di cui necessitano. Io ritengo che questa sia la sfida del presente e fare passi in avanti in questa direzione consente da un lato di offrire maggior supporto alle necessità del paziente, dall’altro di ridurre in modo consistente la spesa sanitaria”.
Accessibilità, ma non solo. L’organizzazione della gastroenterologia del territorio è stato il tema affrontato da Antonio Benedetti, Presidente di SIGE – Società italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, essendo la gestione dell’encefalopatia epatica una condizione che richiede vari step di intervento, tra i quali informare e formare bene il caregiver e avere un tavolo tecnico comune di lavoro. “Agenas e il Ministero della salute hanno sottolineato l’importanza di istituire una Commissione FISMAD – Federazione Italiana Società Malattie Apparato Digerente che si interessasse della gastroenterologia territoriale. La Commissione composta da professionisti provenienti da 9 Società Scientifiche presenti nella Federazione, ha stilato una serie di flowchart tra le quali alcune sulla cirrosi epatica e quindi anche sulla encefalopatia. A seguito di queste flowchart, in accordo con la Società Italiana di medicina generale e delle cure primarie (SIMG) si è ipotizzato un percorso comune vada a definire i PDTA a livello territoriale per coinvolgere, ognuno con le sue specifiche competenze, specialisti, medici di medicina generale, associazioni di pazienti e tutto l’ambito infermieristico”.