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Una possibile nuova arma contro il tumore

(ANSA) – ROMA, 02 MAR – Si stima, secondo i dati
dell’Associazione italiana registri tumori (Airtum) in
collaborazione con l’Associazione italiana di oncologia medica
(Aiom), che in Italia nel 2020 siano stati diagnosticati circa
1.030 nuovi casi di tumore al giorno e che il numero totale
proiettato sull’intero anno sia di oltre 376.000. In alcune
neoplasie si trovano mutazioni nei geni che codificano per il
complesso proteico noto come coesina, su cui si è concentrata
l’attenzione in un nuovo studio dell’Istituto di ricerca
genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche
(Cnr-Irgb), in collaborazione con l’Universita’ di Otago e
dell’University of Otago e l’Australian National University. “La
coesina – evidenzia Antonio Musio, ricercatore Cnr-Irgb-
contribuisce a una corretta divisione cellulare,
all’organizzazione tridimensionale del nucleo e alla regolazione
dell’espressione genica”. Quando la coesina non funziona
correttamente, la cellula si destabilizza, cresce in maniera
incontrollata e si trasforma in tumorale. Tuttavia, i suoi molteplici ruoli offrono anche l’opportunità di inibire la
crescita delle cellule tumorali interferendo con le vie
biochimiche che dipendono dalla funzione della coesina
stessa.Nella ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati su
eLife, Musio spiega che stata studiata “l’efficacia di 3.009
composti chimici, di cui 2.399 approvati dalla Fda, nell’inibire
la crescita delle cellule tumorali con mutazioni a carico della
coesina. Dallo screening ne sono stati selezionati 206 e
particolarmente interessante si è rivelato il composto
LY2090314. Inibendo il gene GSK3, tale composto attiva la via
biochimica di Wnt, una famiglia di glicoproteine, determinando
un’efficace riduzione della crescita cellulare”. Il processo è
stato dimostrato sia in cellule tumorali umane in coltura sia in
un animale di laboratorio, lo zebrafish, Danio rerio. “Il
fine di tali studi è aprire la strada allo sviluppo di
terapie-conclude il ricercatore- in questo ambito la coesina
potrebbe rappresentare un bersaglio molecolare per impedire il
processo neoplastico”.Il lavoro è stato sostenuto, per la parte
italiana, da Fondazione Airc. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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