Al 2 giugno, il 40,3% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (23,8 milioni) e il 20,7% ha completato il ciclo vaccinale (12,3 milioni). Ma, “mentre iniziano a salire le coperture nelle fasce d’età 50-59 e 40-49 anni, ci sono ancora oltre 3,3 milioni di over 60 ad elevato rischio di ospedalizzazione e decesso che non hanno ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino”. Inoltre, “nonostante l’incremento di consegne nell’ultima settimana, per rispettare le forniture previste dal Piano e entro fine giugno mancano ancora 36,3 milioni di dosi, un numero di consegne non realistico”. A sottolinearlo è il nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, relativo alla settimana 26 maggio-1 giugno, che precisa anche come “il mancato decollo delle consegne condiziona il numero di somministrazioni”.
Rispetto alla copertura delle categorie prioritarie, l’81,5% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino ma se Puglia, Umbria, Lazio, Lombardia, Veneto e Molise superano l’85%, la Sicilia resta sotto il 70%. In particolare, degli oltre 4,4 milioni di over 80, circa 3,7 milioni (83,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 386.700 (8,6%) hanno ricevuto solo la prima dose. Dei 5,9 milioni di 70-79enni, 2,1 milioni (35,4%) hanno completato il ciclo e 2.9 milioni (48,4%) hanno ricevuto solo la prima dose. Degli oltre 7,3 milioni di 60-69enni, 2,1 milioni (28,7%) hanno completato il ciclo e 3,3 milioni (44,7%) hanno ricevuto la prima dose. “Il netto miglioramento del quadro pandemico – conclude Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – se, da un lato attesta il successo del rischio ragionato, dall’altro richiede che il prudente ottimismo sia accompagnato da una strategia condivisa tra Governo e Regioni per garantire l’irreversibilità delle riaperture”, che preveda, tra l’altro, il potenziamento del sequenziamento delle varianti e un nuovo sistema per assegnare i colori alle Regioni che incentivi il testing e il tracing.
Grazie alla vaccinazione degli over 60, i posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri sono scesi dai 29.337 del picco raggiunto il 6 aprile a 6.192, con un crollo del -78,9% in 2 mesi. Mentre quelli in terapia intensiva sono scesi da 3.743 a 989, pari a -73,6%.
Il numero di persone testate settimanalmente per il Sars-Cov-2, stabile sino alla prima decade di maggio, si è ridotto nelle ultime 3 settimane da 662.549 a 439.467, con un calo molto forte, pari al -33,7%. Nello stesso periodo sono state testate, con tampone molecolare o antigenico, in media 120 persone al giorno per 100.000 abitanti con nette differenze regionali: da 199 del Lazio a 49 della Puglia. E’ uno dei punti che emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.
Fonte Ansa.it