(ANSA) – LONDRA, 13 APR – L’ipotesi di dover “mischiare” i
diversi vaccini anti Covid, specie laddove si rendessero
necessari richiami ulteriori oltre la seconda dose con versioni
aggiornate tarate in modo più specifico sulle varianti del
virus, non è da escludere secondo uno dei maggiori specialisti
britannici: il professor Jeremy Brown, immunologo all’University
College di Londra e membro del Joint Committee of Vaccination
and Immunisation, l’organismo scientifico indipendente che
assiste il governo di Boris Johnson in materia di campagna
vaccinale sull’isola.
Per Brown, potrebbe trattarsi di una necessità pratica “una
volta che si sarà completata la somministrazione della doppia
dose di Moderna, o Pfizer, o AstraZeneca, visto che in futuro
sarà difficile poter garantire la disponibilità dello stesso
tipo di vaccino” a tutte le singole persone. A suo giudizio non
vi sono controindicazioni del resto assolute al riguardo, anche
se occorre attendere “i dati” delle prime sperimentazioni in
atto sul “mix” di vaccini in termini di “risposta immunitaria”.
Parlando a Bbc Radio 4, l’accademico britannico ha poi
avvertito che i vaccini, “per quanto importanti”, potrebbero non
bastare a impedire “una terza ondata” se il virus riprendesse
forza, con una potenziale minaccia di “altri 30.000-50.000
morti” nel Regno. Aggiungendo che il contenimento della pandemia
continuerà a dipendere per un certo periodo anche da altri
fattori, in particolare dal rispetto di “misure di
distanziamento sociale”. (ANSA).
Fonte Ansa.it