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Dott. Mariano Amici , il vaccino anti-Covid e i miei dubbi su efficacia e innocuità: ecco perché non mi fido

LA MIA BATTAGLIA HA RIGOROSE BASI SCIENTIFICHE ECCO I DOCUMENTI CHE CONFERMANO LE MIE DICHIARAZIONI

In questi mesi la stampa del sistema mainstream, una parte della medicina e alcuni politici hanno cercato di smontare le mie affermazioni sul Covid delegittimandomi e facendomi passare per un ciarlatano o addirittura uno “stregone”. Peccato per loro che ogni mia affermazione, ogni mia critica, ogni mia accusa parta sempre da una base scientifica che deriva dai miei studi, dalla letteratura scientifica, dalla mia esperienza ma soprattutto dall’attività di ricerca che continuo incessantemente per poter essere sempre aggiornato. E allora, proprio per garantire a voi lettori la massima trasparenza necessaria per dare valore al nostro cammino verso la verità, ecco una minima parte della documentazione scientifica che avvalora le mie affermazioni.

Vaccini

Il vaccino anti-Covid e i miei dubbi su efficacia e innocuità: ecco perché non mi fido

Come ho già sostenuto in più occasioni, in ormai quaranta anni di professione ho avuto modo di consigliare e praticare le vaccinazioni a decine di migliaia di pazienti e tutt’ora perseguo questo modus operandi ben conoscendo da medico il valore di questa pratica e l’importanza che essa ha avuto nella lotta ad alcune gravissime malattie del passato. Ovviamente in quanto professionista fedele ai dettami del giuramento di Ippocrate e in ossequio alle disposizioni del Codice di Deontologia medica, prima della somministrazione di ogni vaccino sono solito valutare il quadro clinico del paziente per escludere da subito eventuali intolleranze o reazioni allergiche che potrebbero nuocere alla sua salute e contestualmente leggo insieme a lui le indicazioni contenute nel foglietto illustrativo affinché sia pienamente consapevole degli effetti e delle possibili problematiche legate alla somministrazione. Seguo questa prassi, che adotto da sempre per ogni vaccino, anche per quelli antinfluenzali e per il vaccino anti-Covid.

Sul vaccino anti-Covid è possibile trovare materiale a conforto dei miei dubbi sull’efficacia e l’innocuità del Vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty): è sufficiente leggere la documentazione informativa messa a disposizione dalla Pfizer (consultabile anche sul sito dell’Ema che pubblica tra l’altro anche la Relazione pubblica di valutazione europea, EPAR – European Public Assessment Report qui Comirnaty, INN-COVID-19 mRNA Vaccine (nucleoside-modified) (europa.eu)), le informazioni fornite dall’Aifa (ea9099cd-c71c-d443-e447-6da60137da37.pdf (ordinemedct.it)) per accorgersi che il produttore stesso non è in grado di offrire garanzie sull’efficacia del preparato sia in termini di immunità per il paziente vaccinato che di effettivo ostacolo alla diffusione del virus e che sempre il produttore ammette di non aver potuto testare il proprio vaccino su tutta una serie di pazienti che versano in condizioni di particolare fragilità e che dunque potrebbero riscontrare problemi dopo la vaccinazione. Faccio presente che sulla scarsa efficacia di questi preparati si sono già espressi nelle scorse settimane Soumya Swaminathan, capo ricercatore dell’OMS, che partecipando ad un meeting online (qui un estratto della sua risposta: https://bit.ly/3mT7wLr) ha ammesso quanto molti scienziati dicono da mesi: “Non credo che abbiamo le prove su nessuno dei vaccini per essere sicuri che impedirà alle persone di contrarre effettivamente l’infezione e quindi di essere in grado di trasmetterla”; ma anche a più riprese Peter Doshi, professore associato di ricerca sui servizi sanitari farmaceutici presso la School of Pharmacy dell’Università del Maryland chiamato dall’autorevole British Medical Journal a ricoprire l’incarico di “associate editor” deputato al giornalismo d’inchiesta proprio a tutela della credibilità del sistema della ricerca scientifica: nei suoi testi (per esempio qui Will covid-19 vaccines save lives? Current trials aren’t designed to tell us | The BMJ e qui Peter Doshi: Pfizer and Moderna’s “95% effective” vaccines—we need more details and the raw data – The BMJ) Doshi avanza forti dubbi sulle modalità della sperimentazione, sulla reale efficacia dei vaccini contro le forme più gravi del Covid e sulla loro innocuità per le categorie più fragili della popolazione.

Lungi da me paragonare studi, articoli scientifici e pareri autorevoli alle informazioni di stampa, ma a confortarmi nella convinzione che sul vaccino anti-Covid serva cautela ci sono anche una serie di articoli usciti nelle ultime settimane che sono, certo, tutti da verificare sul piano scientifico e sanitario ma che ritengo richiedano comunque la nostra attenzione. Sui miei dubbi relativi alla loro effettiva scarsa efficacia a causa delle mutabilità del virus, vi segnalo per esempio questo articolo in cui l’Ema stessa annuncia la necessità di monitorare in modo costante la situazione  (Vaccini anti-Covid, per adeguarli alle varianti ci vorranno quattro mesi (vanityfair.it)); sulla innocuità invece a titolo esemplificativo vi segnalo questo alert circa alcune reazioni allergiche evidenziatesi in particolare nel Regno Unito e negli Usa – dove si indaga per esempio sulla morte di un medico (caso che sta facendo molto discutere Doctor’s Death After Getting the Covid-19 Vaccine Is Investigated – The New York Times (nytimes.com) ) e su altre decine di casi di gravi reazioni allergiche  (Vaccino Pfizer Covid-19: gravi reazioni allergiche negli USA | Nurse Times) tanto che anche le case farmaceutiche stanno approfondendo la situazione – ma anche in Norvegia e qui con la conferma indiretta della Pfizer (Norvegia ,23 morti ‘legate alla vaccinazione’. Pfizer: ‘su decessi dati non allarmanti’ – Mondo – ANSA) mentre in Italia iniziano a far notizie i primi casi sospetti di decessi a pazienti vaccinati (a titolo esemplificativo: Covid 19, 5 giorni dopo vaccinazione un positivo e un morto in Rsa di Fasano – La Gazzetta del Mezzogiorno). Forse è per questo che non tutti gli Stati sono così solerti ad autorizzare la distribuzione dei vaccini se non ci sono dati sufficientemente certi? E’ il caso della Svizzera che pochi giorni fa ha chiesto ulteriori accertamenti per il preparato di Astrazeneca (Svizzera non autorizza AstraZeneca, ‘dati insufficienti’ – Ultima Ora – ANSA) o del Sudafrica che ha sospeso la campagna vaccinale (qui Vaccini, il Sudafrica interrompe il lancio di AstraZeneca: «Risultati deludenti contro le varianti» (ilmessaggero.it) e qui Il vaccino AstraZeneca è praticamente inutile contro la variante sudafricana (agi.it)).

Di certo la vaccinazione è una pratica che non può essere trattata con leggerezza, né può essere demandata alle decisioni della politica: lo conferma la recente presa di posizione del Consiglio d’Europa che poche settimane fa ha espresso il proprio no all’obbligo della vaccinazione contro il Covid e all’ipotesi di un passaporto sanitario, reputando che sia invece necessario un approccio consapevole da parte del paziente (Vaccino anti Covid, Consiglio d’Europa vota no all’obbligo (nurse24.it)). Una presa di posizione, questa, che ribadisce l’importanza della figura professionale del medico (e, per quanto mi riguarda, soprattutto del medico di base): siamo noi a dover illustrare al nostro assistito le caratteristiche del vaccino (e in generale del farmaco da somministrare), ovviamente dopo aver valutato preventivamente gli effetti positivi e quelli negativi in relazione al quadro clinico e alla storia del paziente.

E a conferma di come l’atto della vaccinazione sia importante e non possa essere trattato con leggerezza dal paziente e di conseguenza neppure dai medici e dalle istituzioni, vi segnalo anche questo studio americano (qui nella versione online Informed consent disclosure to vaccine trial subjects of risk of COVID-19 vaccines worsening clinical disease – PubMed (nih.gov)) secondo cui i pazienti andrebbero informati dei rischi che corrono sottoponendosi alla vaccinazione.

Ci sono vaccini e vaccini: precauzioni d’uso vs. benefici veri o presunti…. continua su 

FONTE

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