In estate, proteggere la pelle dal sole diventa fondamentale per prevenire l’invecchiamento cutaneo e la possibile insorgenza di gravi patologie, come melanomi e altri tumori della pelle. Occorre prestare attenzione ed evitare non solo le ustioni vere e proprie, ma anche rossori e spellature, che possono costituire importanti fattori di rischio. Per sensibilizzare sulle migliori pratiche di prevenzione Doctolib, azienda tecnologica italo-francese al servizio di professionisti sanitari e pazienti, ha coinvolto la Dermatologa Valentina Trevisan per condividere alcuni semplici consigli che aiutano a fare le scelte giuste per la salute della pelle di adulti e bambini in estate: ogni quanto applicare la crema, come proteggere neonati e bambini al meglio e alcuni consigli per chi soffre di patologie cutanee, come l’acne. Il tutto senza rinunciare a una sana dose di Vitamina D. Ma, per prima cosa, la Dottoressa consiglia di non inseguire la tintarella a tutti i costi: “È sempre bene evitare i ‘bagni di sole’. L’abbronzatura non andrebbe ricercata apposta, ma dovrebbe essere un fatto incidentale, dovuto al tempo che passiamo all’aria aperta. Ricordiamoci che l’ombra è l’alleata fondamentale per un’estate in sicurezza”.
20, 30, 50+: i consigli della dermatologa per non dare i numeri
Per molti la scelta del filtro solare giusto può rivelarsi complicata, soprattutto perché, online e sui social, siamo circondati da messaggi che possono talvolta creare confusione. Tuttavia, ci sono alcune semplici indicazioni da seguire per essere sicuri di proteggersi adeguatamente dal sole: “Per prima cosa, è consigliabile scegliere una protezione minima 30, per qualsiasi tipo di pelle. Assicuriamoci poi che la crema risulti efficace sia per il filtro UVB che per quello UVA. Consiglio sempre di prendere in considerazione anche la piacevolezza del prodotto: dobbiamo essere invogliati ad applicarlo spesso” – spiega la Dottoressa Trevisan, che specifica: “La protezione andrebbe messa ogni due ore, perché con il caldo sudiamo e il filtro man mano decade: anche quando è indicato sulla confezione che la crema è resistente all’acqua, è sempre bene riapplicarla dopo un bagno. Su un adulto la dose necessaria in media è di 30 grammi per applicazione: non sono pochi ed è importante applicarla con generosità e costanza”.
Attenzione massima alla pelle dei più piccoli
Per i neogenitori, la parola d’ordine è: sempre all’ombra! “Fino ai 6 mesi i bambini non dovrebbero mai essere esposti direttamente al sole. Per questa ragione, l’eventuale applicazione di una crema solare passa in secondo piano, meglio concentrarsi sul tenere i neonati protetti dai raggi! Va ricordato inoltre che i neonati hanno un’epidermide che non è ancora pienamente sviluppata; quindi, alcuni ingredienti contenuti nelle creme solari potrebbero essere assorbiti.” – spiega Trevisan. “Passati i 6 mesi, fino ai 2 o 3 anni, più si riesce a tenere i bimbi all’ombra meglio è: visto che sono più attivi, l’uso di creme solari è indispensabile, ancor meglio se abbinate a magliettine anti-UV.”
Fare il pieno di Vitamina D, ma proteggendo la nostra pelle
Come ricorda l’Istituto Superiore di Sanità, la vitamina D, che regola l’assorbimento del calcio da parte dell’intestino e permette la deposizione del calcio nel tessuto osseo, ha un ruolo fondamentale per mantenere in salute le ossa. La vitamina D è sintetizzata nella pelle in seguito all’esposizione alla luce solare ed in misura minore proviene da pesce, carne e derivati. È quindi importante passare tempo all’aria aperta: “Per assumere la giusta quantità di vitamina D non occorre tuttavia far correre rischi alla nostra pelle, ad esempio esponendoci al sole nelle ore più calde. Per sintetizzare una quantità adeguata, bastano anche 15 minuti all’aperto, avendo applicato una protezione solare” – chiarisce la Dottoressa Trevisan. “I filtri solari infatti lasciano passare una certa quantità di raggi, sufficiente a stimolare la produzione di questa vitamina.”
L’acne che sembra migliorare… ma può peggiorare dopo l’esposizione al sole
Alcune malattie, in particolare psoriasi, dermatite atopica e dermatite seborroica, possono migliorare in estate. “Questo perché alcuni raggi UV, presi in maniera incidentale, e dunque senza necessariamente mettersi sul lettino, hanno un effetto antinfiammatorio. Inoltre, spesso queste patologie risentono di situazioni di stress correlato, che in vacanza, di solito, diminuiscono” – spiega Trevisan. È tuttora molto diffusa la convinzione che l’esposizione al sole giovi a chi è colpito da acne ma non è così: “Si tratta di un falso miglioramento. Tanti pazienti si espongono al sole appositamente, pensando di migliorare la propria situazione. Alcuni raggi UV innescano un meccanismo antinfiammatorio con effetti transitori ma altri raggi contribuiscono ad innescare proprio l’infiammazione alla base dello sviluppo dell’acne: tra fine settembre e inizio ottobre non è raro che i pazienti che si sono esposti al sole possano riscontrare un peggioramento della situazione” – conclude la Dottoressa Trevisan.