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Alle porte di Roma due vulcani gemelli addormentati

I Monti Sabatini e i Colli Albani, regioni vulcaniche alle porte di Roma, hanno avuto una storia eruttiva simile tanto che è possibile considerarli “gemelli addormentati”. Lo dimostra lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports dal gruppo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), coordinato da Fabrizio Marra, insieme ai colleghi dell’Università Sapienza di Roma e del Laboratorio di Geocronologia dell’Università americana del Wisconsin.

Gli autori dello studio hanno ricostruito l’attività eruttiva delle regioni dei Monti Sabatini e dei Colli Albani, che ospitano laghi di origine vulcanica, utilizzando diverse tecniche d’indagine. Hanno, infatti, combinato tecniche di telerilevamento, per ricostruire le deformazioni del suolo, con sistemi di datazione delle rocce laviche basati sul decadimento radioattivo di potassio e argon, e informazioni storiche sulla sismicità di queste regioni.


Nella mappa le regioni vulcaniche dei Monti Sabatini e dei Colli Albani, alle porte di Roma, con una storia eruttiva simile (fonte: INGV)

Le analisi hanno dimostrato che, malgrado dall’ultima eruzione dei Monti Sabatini siano passati circa 70.000 anni, “sia i Monti Sabatini che i Colli Albani non possono essere considerati vulcani estinti”, ha chiarito Marra. “Entrambi si trovano, infatti, in uno stato che possiamo definire dormiente. In un sonno che – precisa l’esperto – per i Monti Sabatini è profondo e tranquillo, e per i Colli Albani è inquieto”. Lo studioso conclude sottolineando che entrambi i distretti vulcanici, se dovessero risvegliarsi, “manifesterebbero comunque ampi segnali precursori prima di una loro eventuale ripresa dell’attività eruttiva”.

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