Dopo mesi di buio continuo, sulla base di ricerca italo-francese Concordia, in Antartide, torna la luce, con lo spuntare del primo Sole. A pubblicare le immagini della prima alba, sul blog dell’Agenzia spaziale europea (Esa), è Nadja Albertsen, il medico impegnato per un anno presso la base, nata dalla collaborazione fra l’Istituto polare francese Paul Émile Victor (Ipev) e il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra).
Il compito di Albertsen è contribuire a diversi esperimenti sugli effetti dell’isolamento, privazione di luce e temperature estreme su corpo umano e mente. “Il tempo è mite, con una temperatura di -45, -65 con vento freddo e una buona pressione dell’aria. I venti da Nord – si legge nel blog – sempre portano nubi a Concordia”. Quello con il primo sole è un appuntamento da lungo tempo atteso. C’è luce alle 11.30, ma nessun segno di nubi che si dissolvano. “La luce è ancora visibile dietro il banco di nubi – continua Nadja – il blu del cielo contrasta con tutto il bianco intorno, ma del Sole ancora nessuna traccia”. Albertsen esce per una passeggiata.
Il primo sole sull’Antartide visto dalla base Concordia (fonte: ESA/IPEV/PNRA: N. Albertsen)
“Sole o no, è magico. Non ci sono nubi, il panorama intorno a Concordia sembra quasi senza fine. Quando è nuvoloso, il mondo sembra chiudersi intorno a noi, rendendo più acuto l’isolamento”. Alla fine il Sole ha fatto capolino un paio di giorni dopo, il 12 e 13 agosto, anche se la temperatura è scesa a -65, -80. L’inverno antartico ancora resiste.