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Apollo 11, la cronaca dello sbarco sulla Luna

Con i suoi 110 metri di altezza, un diametro di dieci metri e un peso di oltre 2.000 tonnellate, il Saturno V era un gigante silenzioso sulla rampa di lancio 39A del Kennedy Space Center a Cape Canaveral; la navetta Apollo 11 era rannicchiata sulla sommità e a bordo c’erano il comandante Neil Armstrong, il pilota del modulo di comando Michael Collins e il pilota del modulo lunare, Edwin Aldrin, più noto come Buzz. Il lancio avvenne in perfetto orario mercoledì 16 luglio 1969 e sabato 19 luglio la capsula con i tre uomini era nell’orbita lunare.

“Se la missione Apollo 11 avrà successo, l’uomo realizzerà il sogno, inseguito a lungo,di camminare su un altro corpo celeste”, aveva annunciato la Nasa presentando la missione che avrebbe portato l’uomo sulla Luna. Domenica 20 luglio, mentre Collins restava sul modulo di comando, il “Columbia”, Armstrong e Aldrin entravano nel modulo di atterraggio lunare, il Lem, chiamato “Aquila”.

Dopo aver percorso 13 orbite lunari, i due moduli si separarono e Aquila accese i motori per cominciare la discesa. In tutto il mondo circa 700 milioni di persone seguivano dalle tv ogni fase della missione col fiato sospeso. Mentre il modulo Aquila sorvolava la zona rocciosa del Mare della Tranquillità, Armstrong decideva di passare ai comandi manuali e alle 22,17 (ora italiana) comunicava al centro di controllo: “Houston, qui il Mare della Tranquillità, Aquila è atterrata”.

Per indossare le tutte e prepararsi a uscire furono necessarie tre ore e mezzo, poi la depressurizzazione e infine Armstrong aprì il portello e cominciò a scendere dalla scaletta del Lem. Arrivato all’ultimo gradino scoprì la targa sulla quale erano incise le immagini dei due emisferi della Terra, le tre firme dell’equipaggio e quella dell’allora presidente Richard Nixon: “Qui nel luglio 1969 misero per la prima volta piede sulla Luna uomini venuti dal pianeta Terra. Siamo venuti in pace per l’intera umanità”. Quindi Armstrong pronunciò la frase più celebre dell’era spaziale: “è un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l’umanità”.

Dopo 18 minuti scese Aldrin. “Quell’esperienza è stata così breve e abbiamo lavorato a un ritmo così serrato che quasi tutti i miei ricordi li devo alle foto e ai video”, racconterà il secondo uomo sceso sulla Luna a distanza di molti anni. Indimenticabili anche le immagini delle prove che i due uomini, protetti dalle grandi tute bianche e dai caschi: piccoli passi, brevi corse e saltelli per scoprire l’andatura ideale per la debole gravità lunare, circa un sesto di quella terrestre. Nelle due ore e mezza trascorse sul suolo lunare Armstrong e Aldrin raccolsero 22 chilogrammi di rocce e alzarono la bandiera americana, tenuta dispiegata da un’asta orizzontale.

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