Sarà una corsa a tappe quella che porterà l’Europa a realizzare il suo nuovo super acceleratore di particelle, per arrivare a energie finora inesplorate e aprire così le porte alla nuova fisica. Dopo aver avviato il potenziamento dell’acceleratore Lhc (Large Hadron Collider), il Cern lavorerà alla realizzazione di una ‘fabbrica’ di bosoni di Higgs, con cui tracciare un identikit ultra preciso della particella scoperta nel 2012, mentre in parallelo valuterà la fattibilità nel lungo periodo del nuovo super acceleratore erede di Lhc. A indicarlo è il nuovo documento che aggiorna la strategia europea nel campo della fisica delle particelle, presentato nel corso di una sessione online dal Consiglio del Cern insieme al direttore generale Fabiola Gianotti.
“È una strategia ambiziosa, che delinea un futuro molto promettente per l’Europa e per il Cern con un approccio attento e graduale”, commenta Gianotti. “Continueremo a investire in forti programmi di cooperazione tra il Cern e gli altri istituti di ricerca negli Stati membri del Cern, e non solo. Queste collaborazioni sono fondamentali per un progresso scientifico e tecnologico sostenuto e condiviso, e producono inoltre grandi vantaggi per la società”.
“Questa nuova strategia dimostra che l’Europa c’è e punta al massimo per mantenere e rafforzare la sua leadership scientifica e tecnologica nel campo degli acceleratori”, sottolinea Antonio Zoccoli, presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). “Anche in questa fase l’Italia potrà avere un ruolo fondamentale: abbiamo fisici e ingegneri di altissimo livello che potranno dare un forte contributo a questa nuova impresa”.
L’aggiornamento 2020 della strategia europea per la fisica delle particelle individua due priorità: lo studio in estremo dettaglio del bosone di Higgs e l’esplorazione delle frontiere delle alte energie.
Il completamento nei prossimi anni del progetto Hi-Lumi Lhc (High-Luminosity Large Hadron Collider), per il quale al Cern sono già in corso i lavori, rimane il punto focale sul breve termine. Sul medio e lungo termine, invece, il documento sottolinea la necessità di puntare alla realizzazione di una “fabbrica di Higgs elettrone-positrone”, ovvero un acceleratore di particelle in cui elettroni e antielettroni (positroni) collidano per produrre un’enorme quantità di bosoni di Higgs: la costruzione potrebbe iniziare in meno di 10 anni dalla conclusione di Hi-Lumi Lhc nel 2038. Lo strumento, una volta completato, contribuirebbe a misurare con elevatissima precisione le proprietà del bosone di Higgs, cruciali per indagare la nuova fisica oltre il Modello Standard. La sua infrastruttura potrebbe diventare la base per sviluppare poi il nuovo super acceleratore. L’Europa intende intraprendere uno studio per verificare la fattibilità di questo collisore di adroni di nuova generazione alla massima energia possibile, in preparazione degli obiettivi scientifici a più lungo termine sull’esplorazione delle frontiere delle alte energie. Per questo dovrà spingere il lavoro di ricerca e sviluppo delle tecnologie avanzate di acceleratori e rivelatori e dell’infrastruttura di calcolo.
Senza mai dimenticare le collaborazioni con Giappone e Stati Uniti per la ricerca sui neutrini, e la cooperazione con altri settori scientifici come la fisica delle astroparticelle e la fisica nucleare, il nuovo documento europeo mette in evidenza altri due aspetti che continueranno a essere rilevanti anche nelle attività del futuro: la considerazione dell’impatto ambiente di ogni progetto o attività di ricerca e l’importanza di continuare a sostenere la scienza aperta e accessibile.