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Contro il virus cinese è già possibile un vaccino

E’ teoricamente possibile già da adesso mettere a punto un vaccino contro il nuovo virus 2019-nCoV comparso in Cina; la sequenza genetica è già nota e il vaccino potrebbe essere ottenuto nell’arco di una settimana: parola di uno dei maggiori esperti internazionali di vaccini, Rino Rappuoli, chief scientist e head of external R&D dell’azienda GSK Vaccine.

“E’ possibile che in Cina ci si stia già muovendo in questa direzione, ma di questo non ho alcuna conferma diretta, mentre altrove si sta aspettando di capire che cosa succede”, ha detto Rappuoli. E’ infatti ancora vivo il ricordo della Sars, quando il vaccino è stato ottenuto in tempi rapidissimi e non si riuscì a utilizzare poiché l’emergenza finì rapidamente.

Avere ottenuto la sequenza genetica di questo nuovo virus ha innanzitutto permesso di capire che appartiene alla famiglia dei coronavirus, gli stessi responsabili della Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome) comparsa nel 2002 e della Mers (Middle East Respiratory Syndrome) del 2015. Il fatto che la sequenza genetica sia stata pubblicata sul sito della GeneBank e che sia liberamente accessibile a tutti i gruppi di ricerca del mondo significa che “oggi abbiamo l’informazione genetica alla base di questo virus e adesso è teoricamente possibile può fare tutto, come se si avesse il virus in laboratorio”, ha rilevato Rappuoli.

“Fin dai tempi della Sars sappiamo che bisogna prendere uno dei geni che codificano le proteine di superficie del virus e su questa base di può cominciare a lavorare su un vaccino”, ha detto ancora l’esperto. Che si tratti di vaccini basati su particelle ricombinanti, simili a quelle del virus ma non infettive, oppure di vaccini a Rna, “la tecnica per ottenerli è rapidissima, tanto che si possono fare in una settimana”, ha detto ancora l’esperto, rilevando che la tecnologia da sole non basta: bisogna considerare le necessarie autorizzazioni nazionali e internazionali.

Fra le altre tecniche per ottenere rapidamente un vaccino una è quella utilizzata contro il virus responsabile della febbre emorragica di Ebola: “si può prendere un vettore virale e inserire al suo interno un gene sintetico del virus che si vuole combattere”, ha detto ancora Rappuoli.

Avere la sequenza genetica del virus significa inoltre poter ottenere strumenti molto specifici per la diagnosi, “che possono aiutare a controllare se il virus si sta espandendo nel mondo”; conoscere le proteine che aiutano il virus a replicarsi vuol dire anche “poter lavorare su farmaci antivirali specifici” e capire “se contro il virus sono efficaci farmaci già esistenti: questa è la prima cosa da fare”.

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