Il nuovo virus 2019-nCoV è un parente di quello responsabile della Sars che aveva colpito fra il 2002 e il 2003 ma, sebbene appartengano alla stessa grande famiglia dei coronavirus, la loro progressione segue un passo molto diverso, in una gara di velocità ricostruita a 18 anni di distanza. Il confronto è d’obbligo perché in questa fase dell’epidemia confrontare i due coronavirus può fornire elementi utili per ricostruirne l’andamento e fare previsioni.
Al momento il coronavirus 2019-nCoV sembra essere il più veloce, mentre il tasso di letalità sembrerebbe inferiore a quello della Sars. E’ comunque presto per trarre conclusioni e al momento si possono confrontare soprattutto i numeri relativi alla progressione dell’epidemia.
Il primo caso della Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome) è stato identificato il 22 novembre 2002 a Guangdong, con un tasso di trasmissione che a circa un mese di distanza aveva un basso livello di trasmissione ed era rimasta contenuta nella città in cui aveva avuto origine, per mostrare un picco soltanto nella seconda metà di gennaio 2002. Dal novembre 2002 al novembre 2003 la Sars si era diffusa in 29 Paesi, colpendo oltre 8.000 persone (oltre 5.237 delle quali in Cina) e provocando 774 morti.
Diverso il ritmo del coronavirus 2019-nCoV, il cui primo caso diagnosticato risale al primo dicembre e che nella sua corsa ha giù superato la Sars per il numero di casi provocati soltanto in Cina, che al 29 gennaio sono 6.057. A confermare questa rapidità c’è il tasso di diffusione dei due virus, stimato al momento fra 1,5 e 3,5 per il coronavirus 2019-nCoV, contro il 2,0 della Sars. Vale a dire che ogni persona colpita dal nuovo virus può provocare a sua volta due o tre nuovi casi, contro i due della Sars. Per avere un ulteriore termine di confronto, il virus dell’influenza stagionale ha un tasso di diffusione di 1,3.