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Coronavirus, focolaio in un allevamento di visoni in Olanda

Un focolaio di infezione da virus SarsCoV2 è stato individuato in un allevamento di visoni in Olanda. Lo ha reso noto l’Organizzazione mondiale per la salute animale (Oie) alla rete internazionale Promed, per la segnalazione delle malattie emergenti. Gli animali, ha deciso l’Istituto olandese per la sanità pubblica e l’ambiente (Rivm), non saranno abbattuti perché questa misura avrebbe potuto esporre il personale a rischi maggiori. Chiuse a pedoni e ciclisti le strade attorno all’allevamento.

Secondo l’Istituto Rivm gli animali non dovranno nemmeno essere spostati dall’allevamento per evitare di diffondere l’infezione e tutto il personale in servizio, al quale dovranno essere forniti i dispositivi di protezione, dovrà notificare la comparsa negli animali di ogni segno clinico dell’infezione da nuovo coronavirus.

L’istituto ritiene infatti che, sebbene non possa essere escluso l’impatto di infezioni animali sulla salute umana, in questa fase a trainare la pandemia sia soprattutto la trasmissione del nuovo coronavirus da uomo a uomo. Di conseguenza il focolaio nell’allevamento di visoni non è considerato un rischio addizionale per la salute pubblica.

L’allevamento diventa così un laboratorio naturale per studiare l’epidemia in questa specie animale, per ricostruirne l’origine e per evitare l’ulteriore diffusione. Nell’ambito della ricerca, che si prevede possa durare alcune settimane, si prevedono analisi degli animali malati e di quelli morti di Covid-19 e il sequenziamento del virus in circolazione nell’allevamento.

Considerati una delle specie nelle quali potrebbe essere nato il nuovo coronavirus, i visoni sono allevati soprattutto nel Nord-Est della Cina; in Olanda gli allevamenti saranno vietati a partire dal 2024, così come accadrà in molti altri Paesi europei.

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