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Coronavirus, la ricerca di nuove armi per prevenirlo – SPECIALE

 

Banche dati genetiche sul coronavirus 2019-nCoV accessibili a tutti i ricercatori del mondo per studiare in dettaglio un virus ancora sfuggente e riprodurne frammenti in laboratorio per studiarlo da vicino e per mettere a punto test più efficaci per identificarlo; non si ferma nemmeno.

La macchina della ricerca continua a lavorare senza sosta fin dalle prime fasi dell’epidemia, ha detto all’ANSA Andrea Crisanti, ordinario di Malattie infettive dell’Università di Padova. Il suo laboratorio fa parte della rete che ha portato alla realizzazione del test europeo per la diagnosi, dopo quelli di Cina e Stati Uniti, e utilizzando la sola sequenza genetica ha sintetizzato un frammento del coronavirus.

“Siamo in una fase di grande sviluppo tecnologico per quanto riguarda il sequenziamento, tanto che quello che è possibile oggi solo dieci anni fa era fantascienza”, ha detto ancora il ricercatore. Sono almeno 50 le sequenze genetiche del virus attualmente pubblicate nelle due principali banche dati, la GenBank e la Gisaid, e “si arricchiscono di giorno in giorno”. Non appena è emersa la parentela con un coronavirus isolato cinque anni fa nei pipistrelli, anche quest’ultima sequenza è stata pubblicata.

“Adesso siamo sicuramente in grado di stabilire una parentela genetica fra i coronavirus relativi alle sequenze finora ottenute e queste ultime – ha proseguito Crisanti – ci hanno permesso inoltre di sviluppare i test per la diagnosi”. Si cercano le sequenze peculiari del coronavirus e quelle comuni, da utilizzare come controllo. “Nelle fasi iniziali ancora nessun laboratorio aveva un controllo positivo, così a Padova abbiamo creato un frammento del virus con le tecniche della biologia sintetica”. Il passo ulteriore è stato validare il test sul controllo positivo fino a riuscire a identificare cinque particelle del coronavirus in un campione: un livello di precisione, ha rilevato Crisanti. “ai limiti del possibile”.

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